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Pandemia fase due

Flessibilità, Eurobond, Patto di stabilità, riforme. L'ora dei doveri secondo Visco

Obiettivo: emettere titoli per 800 miliardi entro il 2026 per finanziare il Recovery plan

Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco chiede che la Bce rimanga flessibile nell’acquisto di titoli; e fonti dell’Eurotower vanno oltre, ipotizzando di raddoppiare nel 2022 gli 80 miliardi di quest’anno, e soprattutto di coordinare la strategia con l’emissione di Eurobond di Bruxelles per finanziare il Recovery plan. Finora ne sono stati emessi 66 miliardi con richieste sempre molto superiori all’offerta. L’obiettivo è di raggiungere gli 800 miliardi entro il 2026 offrendo rendimenti superiori allo zero ma degni di emissioni a tripla A e competitivi con i T-Bond americani al 2,5 per cento.

 

Gli interventi della Bce potranno fare la loro parte rendendo l’Eurotower simile una prestatrice di ultima istanza, storica richiesta italiana al pari degli Eurobond. Sembravano obiettivi utopistici, e la loro irrealizzabilità un alibi degli euroscettici. Ora che la doppia svolta pare praticabile è però richiesto al nostro paese di fare la propria parte anche sul piano dei doveri. Per tutto il prossimo anno si discuterà del nuovo Patto di stabilità europeo, occasione strategica che il governo italiano non può sprecare. La manovra 2022 che ieri ha impegnato il governo prevede la revisione di due delle maggiori fonti di spesa, previdenza e assistenza, Quota 100 e Reddito di cittadinanza, a favore di un taglio di 8 miliardi delle aliquote fiscali medie. In tutto si tratta di 23-24 miliardi che non dovranno generare nuovo extra-debito e in parte saranno coperti dall’aumento del pil.

Quota 100, bandiera leghista che scade il 31 dicembre, verrà sostituita da un graduale innalzamento di età e contributi, mentre per il Rdc è promessa una stretta sul rifiuto del lavoro. I loro sponsor Lega e 5s sono usciti male dalle elezioni, il che complica le cose ma dimostra anche che l’appeal clientelare non è più garantito. Lo stesso stato d’emergenza, con tra l’altro la cassa integrazione Covid, scade il 31 dicembre con ultima proroga a fine gennaio 2022. Anche qui il ritorno alla normalità, e ai doveri, si avvicina, e gli slogan, come visto, non pagano.

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