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La nuova Bce stoppata dal virus. Le ultime mosse di Lagarde

Mariarosaria Marchesano

L'obiettivo di inflazione al 2 per cento simmetrico nel medio termine deve fare i conti con l'evoluzione della pandemia: la presidente ha ribadito che sarà “paziente” nel rialzare i tassi

La variante Delta convince la Bce a mantenere una politica monetaria accomodante ancora per un po’ tempo. Le decisioni del board di oggi relative alla forward guidance sui tassi ufficiali non sono state prese all’unanimità, com’è accaduto per la revisione della strategia, ma comunque a larghissima maggioranza, il che vuol dire che anche l’ala “dura” di Francoforte si è ammorbidita di fronte all’evoluzione della pandemia che non fa presagire un’uscita a stretto giro.

 

La presidente Christine Lagarde ha ribadito che sara “paziente” nel rialzare i tassi e ha agganciato le indicazioni prospettiche al nuovo obiettivo dell’inflazione al 2 per cento. Gli eventuali aumenti del costo del denaro che saranno decisi d’ora in avanti dalla banca centrale europea richiederanno, infatti, il raggiungimento di quest’obiettivo nei termini stabiliti dalla nuova strategia che implica interventi di aggiustamento quando si verificano scostamenti al di sopra o al di sotto del 2 per cento.

 

Considerando che nessuno si attende che le condizioni per un aumento dei tassi siano raggiunte a breve, si può dire che la Bce ha inviato un messaggio decisamente accomodante e che Lagarde si è lasciata ampio margine di manovra per sostenere le condizioni di finanziamento e quindi indirettamente anche i titoli governativi.

 

Sarebbe, però, un’illusione pensare che le “colombe” dell’Eurotower abbiano vinto su tutta la linea perché, come sottolinea un’analisi di Intesa Sanpaolo, la battaglia sul Pepp, il piano di acquisti pandemico da 1850 miliardi, è spostata a settembre quando la Bce dovrà decidere se confermare l’attuale ritmo degli acquisti o se avviare una riduzione, come vorrebbero alcuni ‘falchi’ all’interno del consiglio direttivo.

 

L’ultimo consenso degli analisti, che si è formato però sui dati economici di giugno, prevede un allentamento a partire dal primo trimestre 2022. Ma bisognerà attendere almeno i dati di luglio per valutare quanto effettivamente stanno incidendo le varianti del virus sulla ripresa economica. E su questo la Bce non può sbagliare perché, assicurano gli economisti, una stretta precoce della politica monetaria potrebbe innescare una recessione.