Il caso scoppiato nella Fondazione torinese, tra sgambetti, polemiche e patti complicati da decifrare, dovrebbe far riflettere su com'è cambiato il ruolo di questi enti no profit. E le varie contraddizioni in cui stanno incorrendo
Il caso scoppiato nella Fondazione Crt, la terza più ricca d’Italia, con il presidente Fabrizio Palenzona che si dimette ad appena un anno dalla nomina tra polemiche, sgambetti e patti complicati da decifrare, dovrebbe far riflettere su com’è cambiato il ruolo di questi enti no profit. Le fondazioni di origine bancaria gestiscono grandi patrimoni e spesso sono state artefici della nascita di vari istituti, di cui sono azioniste, basti pensare al ruolo svolto dalla lombarda Cariplo nel gruppo Intesa Sanpaolo e della torinese Crt nel gruppo Unicredit. Hanno vissuto decenni di trasformazioni fino ad arrivare, sotto la guida operativa e morale del “demiurgo” Giuseppe Guzzetti, a essere realtà che si occupano prevalentemente di welfare e Terzo settore, svolgendo un ruolo fondamentale in anni in cui le risorse pubbliche sono sempre più scarse.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE