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Creare ricchezza contro la disoccupazione

Redazione

La buona lezione americana sui sussidi svincolati dalla ricerca del lavoro

Larry Kudlow, consigliere economico di Donald Trump, annuncia che la Casa Bianca si opporrà all’estensione oltre luglio del sussidio federale di disoccupazione in quanto “costituirebbe un disincentivo a lavorare”. I democratici hanno già fatto approvare dalla Camera, dove sono in maggioranza, un ulteriore pacchetto di tre miliardi per prolungare i sussidi a tutto il 2021. Il Senato è controllato dai repubblicani e anche su questo si giocherà la campagna presidenziale che per Trump si è fatta in salita.

 

Ci sono mille motivi per attaccare The Donald, ma stavolta ha ragione, nei numeri e nel principio. E la lezione vale anche per l’Italia. Il sussidio federale è di 600 dollari alla settimana: più di 2.400 al mese, cioè oltre la paga media negli Usa. Il disincentivo al lavoro esiste, pur se a maggio 2,5 milioni di persone hanno ritrovato un impiego, benché 21 milioni, una cifra imponente, siano ancora disoccupati. “Non possiamo pagare la gente perché gli conviene starsene a casa” dice Kudlow.

 

Vengono in mente i sussidi a pioggia distribuiti in Italia (almeno a parole) e in altri paesi europei. Di questi ultimi peraltro il Regno Unito e la Germania, per esempio, sospendono l’erogazione appena verificano, e lo fanno efficacemente attraverso le banche, introiti da lavoro. Lo scontro in America potrebbe essere appunto terreno di scontro elettorale, ma non è un buon argomento per i democratici che dovrebbero piuttosto battersi per l’estensione dell’assicurazione sanitaria. E la sinistra, i 5s, ma anche la destra italiana farebbero bene a non applaudire pregiudizialmente agli avversari di Trump su questo fronte.

 

Il reddito di cittadinanza ha insegnato a sufficienza che cosa significhi dare sussidi universali svincolati dalla ricerca del lavoro, anche a chi non è ancora o non più in età lavorativa. I danni di altri strumenti quali il decreto “Dignità” by Di Maio, che impedisce il prolungamento dei contratti a termine ora che ce ne sarebbe assoluto bisogno: tutto questo disegna la differenza tra un sistema del lavoro che dipende dalla creazione di ricchezza e un sistema che si vorrebbe sempre più assistito dai (pochi) contribuenti.