Il vaccino anti populista dei mercati
È capitato con i ministri no euro, le manovre sul balcone, i leader anti europeisti, sta succedendo con le partecipate e accadrà pure con il Mes. Perché in una grande potenza le scelte che spaventano gli investitori vanno contro gli interessi nazionali
-
Ora di nuovi strumenti
-
Curare l'incertezza
-
“Virus, crescita e libertà: gli anticorpi del futuro sono in Europa”. Parla Gentiloni
-
Quello che non dicono o non ricordano i nemici del Cattivissimo Mes
-
Dividendi o aiuti di stato? Questo il dilemma
-
“C'è ancora più Europa nel futuro italiano”
-
La fortuna di esserci vaccinati da Salvini nel 2019
-
L'ora di un whatever it takes italiano
-
Cosa ci dice la geopolitica delle nomine sui nuovi poteri d'Italia
-
L'insidia della sfida populista: il caso italiano
E se fossero i mercati il miglior vaccino contro il populismo? C’è chi ha letto l’elenco di quei nomi come se questi fossero il simbolo di un’ennesima restaurazione, la spia di un sistema marcio che tende diabolicamente a fagocitare ogni rivoluzione per non disturbare il gran manovratore di turno. C’è chi ha letto la scelta del governo di confermare i vertici delle principali aziende partecipate dallo stato come un presunto cedimento alla famigerata casta dei poteri forti (non è quello che ha scritto ieri Paolo Mieli sul Corriere, ma è quello che avranno pensato molti dei suoi lettori) ma quello che molti osservatori hanno mancato di registrare di fronte alla decisione del Mef di confermare buona parte degli amministratori delegati al vertice delle partecipate più importanti d’Italia è un tema che non ha a che fare solo con il futuro di Eni, di Enel, di Poste e di Leonardo ma anche con il futuro del paese.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitaleLe inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioniOPPURE
- Claudio Cerasa Direttore
Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.