“Così si evita la recessione e l'ingiustizia fiscale”. Come la pensa Confcommercio su moneta elettronica e Iva

Daniele Bonecchi

Secondo il presidente Sangalli converrebbe orientare il cantiere della manovra verso il disinnesco completo delle clausole di salvaguardia e il rilancio dell'economia tramite una concreta riduzione della pressione fiscale

Milano. Se a togliere il sonno al premier Conte, fino a un mese fa, sono state le quotidiane incursioni di Matteo Salvini, ora a complicare la navigazione del presidente del Consiglio è la “strana coppia” Renzi-Di Maio, che ha interessi contrapposti ma che oggi è impegnata ad impedire l’aumento dell’Iva. In realtà è tutto il mondo dell’impresa a temere le sorprese della legge di Stabilità che ad horas dovrebbe essere licenziata dal governo.

  

Tra i più diffidenti – anche contro la sua indole votata a tessere accordi – c'è Carluccio Sangalli, presidente di Confcommercio e attento osservatore del mondo dei consumi. Sangalli non fa sconti, sollecitato sulla partita, inopinatamente, sul fronte dell’Iva dice: “Nel discorso programmatico che il presidente del Consiglio ha fatto alla Camera, per ottenere la fiducia, ha fatto un passaggio dove ha detto – giustamente secondo noi – che la sfida più importante per la nuova legge di bilancio è evitare l’aumento dell’Iva”. Perché ricordare al governo gli impegni presi fa sempre bene. “Vincere questa battaglia – prosegue Sangalli – significa dare certezza e andare incontro alle esigenze di tutti i cittadini e delle imprese. L’aumento dell’Iva infatti, dal punto di vista economico, spalancherebbe le porte alla recessione, e dal punto di vista fiscale significherebbe una profonda ingiustizia, perché andrebbe a colpire le fasce più deboli”.

   

La guerra al contante: ”No a una tassa in più, sì a qualche costo in meno”

Ma non è tutto perché la campagna contro i pagamenti in contanti ha come alleato il fronte dei commercianti, a un patto però, spiega il presidente di Confcommercio: “Diffondere la moneta elettronica è certamente importante, e quest’idea va perseguita, però la via maestra non è quella di aumentare le tasse sul contante serve invece una decisa riduzione delle commissioni a carico delle imprese e dei consumatori. Insomma non una tassa in più ma qualche costo in meno”, conferma senza mezzi termini Sangalli.

 

Ed anche la “modulazione con beneficio per gli italiani”, come ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, con l'incremento selettivo dell'Iva, sarebbe una stangata da almeno 5 miliardi di euro. Inaccettabile per il mondo del commercio e per i consumatori. E per Sangalli converrebbe orientare il cantiere della manovra verso il disinnesco completo delle clausole di salvaguardia e il rilancio dell'economia tramite una concreta riduzione della pressione fiscale.

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