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La Cina stabilizza lo yuan e sui mercati torna il sereno

Mariarosaria Marchesano

In Europa, Francoforte in recupero nonostante il dato negativo della produzione industriale (-1,5 per cento a giugno). Piazza Affari meno brillante a causa dai conti di Unicredit sotto le attese

Milano. Le autorità cinesi stabilizzano in parte lo yuan e i mercati reagiscono positivamente dopo tre sedute di fila di "sell off" scatenato dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Ma mentre Francoforte e Parigi sono in forte recupero con il contributo di alcuni titoli che hanno peso sui listini (Bayer su quello tedesco e EssilorLuxottica su quello francese), Piazza Affari mette a segno un risicato più 0,4 per cento a metà mattina. Nel complesso l'umore degli investitori sui mercati azionari sta migliorando dopo che ieri la Banca centrale cinese ha fissato il cambio con il dollaro sotto la soglia di 7 punti. Una mossa che è stata accolta come un segnale di distensione - anche se la moneta cinese si è indebolita rispetto al dollaro e questo avrà dei contraccolpi sull'economia americana - rispetto alla prospettiva molto temuta dagli investitori di una guerra valutaria globale.

 

La Borsa tedesca è quella che sta reagendo meglio tra i listini europei, nonostante il dato fortemente negativo della produzione industriale a giugno (meno 1,5 per cento rispetto a maggio 2019 e meno 5,2 per cento rispetto a giugno 2018), che conferma i timori di un deterioramento del quadro economico in Germania, e nonostante i risultati contrastati di Commerzbank, che è riuscita a contenere il crollo degli utili nel secondo trimestre di quest'anno solo grazie alla riduzione delle imposte. 

 

  

Piazza Affari, dove pure brillano alcuni titoli come Snam (grazie alla revisione del target di prezzo da parte di Credit Suisse), sembra risentire della cattiva performance di Unicredit (in calo di oltre il 3 per cento) che oggi ha pubblicato risultati al di sotto delle attese, dopo la revisione della guidance sui ricavi. In particolare, gli utili sono cresciuti a 1,85 miliardi (più 81 per cento) grazie alla cessione di Fineco, ma comunque sotto le stime degli analisti che superavano 2 miliardi. Nella conference call con gli analisti, l'amministratore delegato del gruppo, Jean Pierre Mustier, non si è sbilanciato sul prossimo piano industriale che potrebbe prevedere tagli al personale. L'ad ha detto che la sede di Unicredit "rimarrà in Italia e il titolo resterà quotato a Milano", dando così rassicurazioni rispetto all'ipotesi della creazione di una sub-holding in Germania e di un alleggerimento delle posizioni in Italia. 

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