I mercati in attesa di Draghi e del voto sulla Brexit

Mariarosaria Marchesano

Nessuna particolare novità dalla Bce, ma secondo alcuni osservatori il picco della crescita è alle spalle e l'Eurotower si troverà in seria difficoltà nel rimuovere lo stimolo monetario

Milano. Vira in negativo Piazza Affari dopo un avvio ottimista sull'onda dell'entusiamo suscitato dalla notizia che la Cina ha deciso di voler ridurre le tasse e adottare una politica monetaria espansiva per favorire la crescita economica, dopo i deludenti dati economici di ieri. Buone indicazioni anche dagli Stati Uniti, con la trimestrale di Citigroup che ha aperto la stagione degli utili societari: il titolo è salito del 4 per cento con profitti migliori delle attese nonostante la debolezza dei ricavi da trading. Oggi in Europa gli occhi dei mercati sono puntati sulla Gran Bretagna: nel giorno in cui al Parlamento europeo di Strasburgo si celebra il compleanno dell'euro (vent'anni) c'è attesa per il voto cruciale della Camera dei comuni sull'accordo sulla Brexit siglato da Theresa May. In programma, alle ore 16, anche l'intervento del numero uno della Bce Mario Draghi.

 

Il mercato non si attende grosse novità dall'intervento del numero uno della banca centrale europea, ma secondo alcuni osservatori il picco della crescita è alle spalle e l'Eurotower si troverà in seria difficoltà nel rimuovere lo stimolo monetario. L'economia dell'area euro è inoltre molto sensibile al ciclo internazionale e a quello della Cina e il contesto lascia intravedere evidenti difficoltà per tutto il 2019. Per quanto riguarda l'Italia, Bofa Merrll Lynch ha tagliato le stime di crescita per quest'anno allo 0,2 per cento dal precedente 0,6 per cento. In un report pubblicato ieri, la banca d'affari americana ha spiegato la decisione con il "deludente deflusso di dati per l'economia italiana". Gli analisti di Bofa dicono anche di non attendersi miglioramenti sul fronte dell'incertezza politica anche se la trattativa sulla manovra si è conclusa in una tregua tra Bruxelles e Roma. Il calendario elettorale che porta alle Europee e l'approvazione di alcuni decreti (non ultimi quelli che attuano la riforma delle pensioni e il reddito di cittadinanza) potrebbero rendere instabile la maggioranza.

 

Intanto a Piazza Affari il Ftse Mib inverte la rotta trascinato al ribasso dai titoli bancari. E' durato meno di un'ora, infatti, il tentativo di recupero dopo il forte calo di ieri. Le vendite colpiscono così Ubi Banca, Bper, Banco Bpm e, in misura minore, le big Intesa Sanpaolo e UniCredit. Sotto la parità anche Mps, ieri sprofondata del 10 per cento dopo che, dalla comunicazione Bce sull'esito dello Srep, è emerso che l'Eurotower chiede di raggiungere i requisiti di solidità patrimoniali rafforzando il capitale di vigilanza. La Bce inviata anche la banca pubblica ad aumentare le coperture sullo stock di crediti deteriorati da qui al 2026. Una raccomandazione, in linea con le previsioni dell'Addendum pubblicato dall'istituto centrale a fine 2017, che sarebbe arrivata a tutte le banche  vigilate, con l'obiettivo di svalutare integralmente gli npl in media proprio entro il 2026. Tecnicamente, pur essendo  quella della Bce non un'imposizione ma un'aspettativa, a ogni istituto sarà attribuita una specifica deadline temporale,  definita dalla Vigilanza europea valutando la situazione esistente, per arrivare all'integrale svalutazione dello stock di npl. Una prospettiva che, con ogni probabilità, spingerà molte banche ad accelerare il processo di vendita dei crediti deteriorati pur con il rischio di vedersi riconoscere prezzi inferiori da parte dei compratori, che finirebbero inevitabilmente favoriti.

Di più su questi argomenti: