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Piazza Affari paga il rischio-paese: è stata la peggiore d'Europa negli ultimi 3 mesi

Mariarosaria Marchesano

Listino in progresso su calo dello spread, ma la Borsa italiana ha perso 10 punti in più rispetto alla media delle principali piazze europee. L'effetto dell'aumento del differenziale con i bund è evidente, dice Intermonte

Milano. L'apertura in progresso di Piazza Affari, nonostante l'avvio in calo degli altri listini europei che sono frenati dal riaccendersi delle tensioni sul fronte commerciale, dice che gli investitori stanno concedendo una tregua al mercato italiano in attesa di verificare se le dichiarazioni rassicuranti dei membri del governo sul documento di programmazione economica e finanziaria saranno seguite dai fatti. Quale momento più opportuno per fare un bilancio degli ultimi tre mesi? Quello che è accaduto sul listino milanese a partire dalla vigilia dell'insediamento del governo Lega-5Stelle, ma i primi segnali inquietanti si intravedevano già dalle incertezze del post elezioni, si potrebbe riassumere facilmente con il calo del 16,4 per cento che ha fatto registrare il Ftse Mib, l'indice più rappresentativo del listino. Ma come sappiamo, i mercati finanziari dell'Eurozona hanno risentito nello stesso periodo di altri fattori negativi, come i dazi imposti dal presidente americano Donald Trump. Allora, con l'aiuto di un operatore specializzato come Intermonte abbiamo ricostruito il quadro nel modo più oggettivo possibile.

  

L'Euro Stoxx è arretrato 'solo' del 5,6 per cento

“Mettendo a confronto la performance di Borsa italiana con le altre del vecchio continente risulta che la prima ha perso terreno in misura nettamente superiore rispetto alle seconde. L'effetto sulla piazza finanziaria dell'aumento del rischio paese, e di conseguenza l'allargamento dello spread con i titoli tedeschi, è visibile e difficilmente contestabile”, dice Massimo Saitta, direttore investimenti di Intermonte Advisory e Gestione”. Se prendiamo come riferimento la data del 7 maggio 2018, si vede chiaramente che l'Euro Stoxx, l'indice che rappresenta i maggiori 50 titoli azionari europei, ha perso 'solo' il 5,6 per cento del suo valore, a fronte del meno 16 per cento registrato dall'Italia che ha bruciato circa 94 miliardi in termini di capitalizzazione. Come si sono comportati gli altri paesi? Il Dax Index (Borsa di Francoforte) è andato giù di poco più del 5 per cento, il Cac40 (Parigi) del 3,3 per cento circa e l'Abex di Madrid del 7,8 per cento. In questo quadro non è molto significativa la perfomance di Londra, influenzata da fattori come la Brexit ed effetti sulle valute (comunque ha perso il 4 per cento in euro). “Sono stati soprattutto i timori di una guerra commerciale a raffreddare gli investitori – prosegue Saitta –. Ma è evidente che al netto del calo registrato in tutta Europa, su Piazza Affari ha pesato soprattutto l'incertezza del quadro politico percepito come un rischio dagli investitori e che ha determinato una riduzione dei valori che risulta di quasi 10 punti superiore rispetto agli altri listini”.

 

Il costo è di 60 miliardi al netto del confronto con il resto d'Europa

Numeri alla mano, l'arretramento di Piazza Affari, calcolato al netto del calo medio registrato a livello europeo nello stesso arco temporale, è misurabile in circa 60 miliardi persi in termini di capitalizzazione. Saitta precisa che se si vuole isolare la performance dell'Italia è opportuno considerare anche alcune storie aziendali che hanno contribuito alle vendite, come la scomparsa di Sergio Marchionne, che ha penalizzato i titoli della galassia Fca, e il crollo del ponte di Genova, che si è riflesso molto negativamente sulle azioni di Atlantia e delle aziende concessionarie pubbliche. “Anche volendo considerare tutti questi fattori, emerge una perdita secca di valore della Borsa italiana che è certamente imputabile all'aumento dello spread che dal 7 maggio a oggi è praticamente raddoppiato e solo negli ultimi giorni è sceso sotto i 280 punti – prosegue Saitta –. I titoli più esposti a questo rischio sono risultati i bancari, particolarmente penalizzati dalle vendite”. Le azioni delle due maggiori banche del paese, Intesa Sanpaolo e Unicredit, infatti, hanno perso circa il 27-28 per cento, 10 punti in più rispetto all'omologo indice di riferimento a livello europeo. “Proprio il recupero di questi ultimi due giorni, a cui hanno contribuito i segnali positivi provenienti dal governo sulla manovra, è la prova evidente dell'estrema sensibilità della Borsa”, conclude il gestore.

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