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Piazza Affari punta su Ferrari ma resta incerta. Tria vola a Vienna

Mariarosaria Marchesano

Ad Amsterdam l'assemblea dei soci conferma l'ad Louis Camilleri. Vendite per Atlantia, Pirelli e Stm. Il ministro dell'Economia atteso dall'Eurogruppo

Milano. Fine settimane incerto per Piazza Affari e le altre Borse europee, alla ricerca di spunti positivi malgrado le preoccupazioni per il contesto internazionale, mentre potrebbero scattare a breve i dazi sui beni cinesi fino a 200 miliardi di dollari minacciati dal presidente americano Trump (vanno avanti, intanto, le contrattazioni sul libero scambio tra Stati Uniti e Canada). Sul fronte macro, sale l'attesa per i dati americani sul mercato del lavoro e soprattutto sull'andamento del valore delle buste paga. Nella notte anche Wall Street ha terminato le contrattazioni contrastata. Così, in avvio seduta Milano prima guadagna e va giù, mentre piccoli rialzi si registrano anche a Parigi, Madrid e Londra. Alla Borsa italiana i riflettori sono puntati sulle azioni di Fca e di Ferrari nel giorno in cui ad Amsterdam si tengono le assemblee degli azionisti. In particolare, l'assemblea della casa automobilistica, convocata in sede straordinaria, ha confermato la nomina di Louis Camilleri nella carica di amministratore delegato. “Sono lieto di poter lavorare con lui, siamo fiduciosi nel futuro, che sarà altrettanto glorioso del passato”, ha affermato il presidente John Elkann, il quale ha rinviato ogni novità sul futuro Ferrari al prossimo capital market day della 'Rossa' in calendario per il 18 settembre 2018. In quella data dovrebbero essere annunciate almeno delle anticipazioni sul nuovo piano industriale che è molto atteso dal mercato per via delle indiscrezioni circolate sulla mesa in produzione di nuovi modelli. Ad appesantire il listino, i titoli del comparto industriale, Stm, Prysmian e Pirelli, mentre proseguono le vendite su Atlantia.

   

Conti pubblici italiani al vertice dell'Eurogruppo a Vienna

Dopo aver raggiunto l'allarmante livello di 300 basis point, prosegue la discesa dello spread grazie al fatto che nei giorni scorsi gli investitori sono stati rassicurati dalle dichiarazioni del governo sui conti pubblici. Il differenziale dei titoli di stato italiani con i bund tedeschi è arrivato a 236 punti base, con un calo di 18 punti base rispetto al valore precedente, con il rendimento del btp a 10 anni che si posiziona al 2,84%. Ma l'attenzione sul tema del deficit italiano resta alta e oggi se ne discuterà anche al vertice dell'Eurogruppo in programma a Vienna. Interpellato sull'incontro con il ministro delle Finanze, Giovanni Tria, il commissario europeo agli affari economici, Pierre Moscovici, ha commentato: “Lavoriamo insieme. L'Italia deve restare quello che è, cioè un grande paese, al centro della zona euro, e quindi deve avere un bilancio che consenta di ridurre il suo debito pubblico”. E sempre oggi Moody's pubblica la revisione del merito di credito per l'Italia.

   

Le previsioni di Ing per le decisioni delle banche centrali sui tassi

Il tempo dei mega stimoli monetari pare inevitabilmente volgere al termine, con il rischio di contraccolpi negativi sui mercati, in particolare su asset class come le azioni e il real estate, che hanno tratto vantaggio dalle politiche espansive, e su Paesi come gli emergenti molto indebitati in valute forti. Gli investitori, quindi, si interrogano sul ritmo della stretta monetaria e sulle possibili conseguenze. Se l’era del denaro facile è finita, vuol dire anche che è tempo di allacciare le cinture? E' la riflessione che invita a fare Assogestioni, la maggiore associazione di gestori di risparmio in Italia, nella sua consueta newsletter che prende come spunto, tra l'altro, un report internazionale di Ing. Nella ricerca vengono tradotte le indicazioni della Fed su una politica ancora “accomodante” e su un “rialzo graduale” del costo del denaro. Considerato che nel 2019 l’attività economica dovrebbe rallentare e l’inflazione dovrebbe recedere, Ing si aspetta una stretta monetaria blanda, con appena due rialzi attesi nell’anno. La Bce, invece, dopo l’annuncio della fine degli acquisti netti per il 2018, viaggerà col pilota automatico. Ma se fino alla prossima estate i tassi non saranno toccati, non è escluso che prima che finisca il mandato Mario Draghi vari almeno un rialzo del costo del denaro. Attesa anche la decisione di giugno da parte della Bank of England e visto che le incertezze legate alla Brexit potrebbero avere un forte impatto economico sul Paese, potrebbe essere ci potrebbe essere l'ultimo atto di una politica monetaria espansiva prima dell'inizio di una fase di riduzione dei tassi. La Banca del Giappone invece “continua il giochetto di avvicinarsi alla conclusione del Qe facendo finta del contrario”e sulla Bank of Canada, che ha appena confermato il tasso all’1,5 per cento nonostante i brillanti dati economici, Ing vede un possibile rialzo nel quarto trimestre nel caso in cui l’economia sia ancora solida. In controtendenza, la Svizzera dovrebbe continuare la sua politica super espansiva.

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