Amazon ha radici in Italia. Lezioni al governo investitor-repellente
Non solo investimenti e lavoro. Ora la società entra in un'associazione di categoria nazionale della logistica e stringe la mano ai commercianti
Roma. Sono passati otto anni da quando la più grande società di commercio online al mondo ha deciso di puntare sul mercato italiano e da allora il legame con la nostra economia è diventato sempre più stretto. I numeri dicono che Amazon ha investito 1 miliardo e 600 milioni di euro, ha aperto una filiale nel paese, ha articolato le sue attività in diversi centri operativi e ha assunto 3.600 persone, un organico destinato a crescere entro la fine dell’anno superando le 5 mila unità. Tuttavia, come spesso succede quando un settore nuovo e dirompente, in questo caso l’e-commerce, stravolge il mercato e apre a nuove modalità lavorative, non sono mancate diffidenze nei confronti dei piani italiani di Jeff Bezos. Sindacati, commercianti e talvolta anche rappresentanti politici hanno espresso negli anni più di un dubbio verso il “modello Amazon”: chiuso al dialogo con le parti sociali, parte di una dimensione multinazionale e perciò nemico del locale. Ma più passa il tempo più questa visione perde spessore.
Mercoledì Amazon Logistica Italia, società con sede a Piacenza attraverso cui la multinazionale ha preso la cittadinanza italiana nel 2011, ha fatto il suo ingresso nella vita associativa del paese aderendo a Federlogistica Conftrasporto, l’associazione nazionale di categoria parte di Confcommercio che raggruppa una ventina di associati, tra terminal portuali, interportuali e società che lavorano con magazzini di logistica. Per Amazon, che già dal 2014 fa parte della corrispondente associazione locale di Piacenza il passaggio è una conferma della volontà di continuare a crescere nel mercato italiano, svela che esiste ancora un’utilità nel fare parte di un corpo intermedio di rappresentanza, ma si rivela anche una mossa utile per accreditarsi come un interlocutore disponibile al confronto. L’operazione ha una rilevanza strategica anche per l’associazione, che ha avviato una fase di rilancio rinnovando i vertici e aprendo a nuovi associati. Soprattutto, questo connubio crea un canale di comunicazione tra due comparti che hanno molto da guadagnare dalla reciproca conoscenza, quello del commercio digitale e quello delle piccole e medie imprese di commercianti, direttamente concorrenti ma anche potenzialmente alleati. “Amazon ha iniziato con la nostra associazione un percorso che affronta tutti i temi legati alla logistica – dice al Foglio Pasquale Russo, segretario generale di Conftrasporto-Confcommercio – ma sarà molto interessante aprire un confronto per ciò che riguarda il commercio. La percezione è di due mondi contrapposti, ma ci sono tanti commercianti che usano il market place di Amazon e tanti altri che hanno un proprio negozio online. L’e-commerce è una rivoluzione che nessuno può pensare di arrestare, è un fenomeno che va accompagnato e non demonizzato. Ci sono molte opportunità da cogliere e conoscersi non potrà che agevolare uno sviluppo in questo senso”.
L’altro tema rilevante che ha investito Amazon nei mesi scorsi riguarda il lavoro. Il primo grande sciopero nello stabilimento di Piacenza ha aperto il confronto con le sigle sindacali, portando a un accordo sottoscritto da tutte le parti in causa. Pochi giorni fa Amazon ha annunciato di voler ampliare il suo organico assumendo altre 1.700 persone a tempo indeterminato, circa un mese dopo aver ricevuto un richiamo da parte dell’Ispettorato del lavoro per aver utilizzato un numero maggiore di lavoratori in somministrazione rispetto ai limiti consentiti. “C’è un ministro del Lavoro – conclude Russo – che dice che abbiamo un problema a trattenere le aziende in Italia e vuole evitare che se ne vadano all’estero. Cerchiamo di non demonizzare quelle che autonomamente, ravvisando un’opportunità di crescita, vengono a investire nella nostra economia”. Una lezione il governo gialloverde che, in carica da poco più di un mese, sembra non perdere occasione per impensierire gli investitori.
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