Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker (foto LaPresse)

Juncker boccia la legge di Bilancio italiana

Redazione

Il presidente della Commissione Ue dice che i costi invocati dall'Italia per terremoto e migranti sono dello 0,1 per cento del pil. "Avete già 19 miliardi in più di cui senza flessibilità non avreste usufruito", spiega.

"Dopo il terremoto, diciamo a tutti i sindaci tornate a progettare scuole, tutte le spese per l'edilizia scolastica saranno fuori dal patto di stabilità, i nostri figli valgono più dei funzionari del patto di Bruxelles", aveva scandito domenica il premier Matteo Renzi alla Leopolda. Ma la legge di Bilancio sottoposta dall'Italia al vaglio della Commissione europea continua a non convincere Bruxelles. Oggi il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha declinato la richiesta di Palazzo di Chigi che prevedeva lo sforamento del deficit in nome delle spese da sostenere per far fronte alla crisi dei migranti e al terremoto dell'Italia centrale. "L'Italia non cessa di attaccarci a torto e ciò crea risultati diversi da quelli attesi", ha detto Juncker nel corso di una conferenza promossa dai sindacati europei. "Saggezza vorrebbe che tenessimo conto del costo dei rifugiati e del terremoto in Italia, ma tali costi equivalgono allo 0,1 per cento del pil: l'Italia ci aveva promesso di arrivare a un deficit dell'1,7 per cento nel 2017 e ora ci propone il 2,4% per cento quando, appunto, questo costo si riduce a 0,1 per cento del prodotto".

 

Juncker ha aggiunto che l'Italia "può spendere 19 miliardi in più che non avrebbe potuto spendere se non avessimo riformato il patto di Stabilità nel senso della flessibilità". La Commissione continua a mantenere relazioni strette con il governo italiano come con gli altri governi "per tenere d'occhio la situazione" ma il presidente della Commissione ha precisato che "non si può più dire che sotto il mio mandato sono state continuate le politiche di austerità precedenti. Se qualcuno lo vuole dire, lo dica pure" ma ciò non corrisponde al vero.