(immagine di Alan Light via Flickr)

Rallenta la produzione industriale britannica mentre continua il crollo della sterlina

Redazione

Meno 0,4 per cento ad agosto. Gli economisti si aspettavano una crescita dello 0,1 per cento. Per ora il calo della valuta "non aiuta le esportazioni", dicono. Stanotte la moneta britannica è precipitata del 6 per cento in pochi minuti.

I dati sulla produzione industriale britannica riferiti ad agosto segnano una perdita dello 0,4 per cento, in controtendenza rispetto alle attese degli economisti e ai limitati segnali positivi registrati a giugno, all'indomani del voto sulla Brexit. E mentre la sterlina continua  a svalutarsi (stanotte ha perso 6 punti nel giro di pochi minuti), anche il deficit della bilancia commerciale è aumentato più delle attese, salendo a 12,1 miliardi di sterline ad agosto, rispetto ai 9,5 del mese precedente. Su base trimestrale, la produzione industriale ha registrato una crescita del'1,4 per cento, in rallentamento dello 0,2 per cento rispetto al trimestre precedente.

 

A luglio la crescita della produzione industriale aveva racimolato un più 0,1 per cento e l'istituto di statistica di Londra aveva previsto una crescita di un altro 0,1 per cento. In attesa che il mese prossimo la Banca centrale britannica prenda una decisione sui livelli dei tassi di interesse, secondo Reuters, i dati ridimensionano l'ottimismo iniziale sulle condizioni di salute dell'economia britannica, che dà i primi segni di una certa volatilità dopo il referendum sull'adesione del regno all'Ue.

 

La produzione manifatturiera è cresciuta dello 0,2 per cento contro un aumento dello 0,9 di luglio. Kate Davis, dell'Ufficio nazionale di Statistica britannico ha sottolineato come in questo caso abbia contribuito alla crescita la maggior produzione di automobili ma, allo stesso tempo, ha notato che "esistono scarse evidenze di un aumento delle esportazioni in seguito al deprezzamento della sterlina".

 

Eppure, i sentimenti sono contrastanti. La fiducia degli imprenditori britannici è cresciuta, secondo un sondaggio di YouGov pubblicato ieri. L'ottimismo dei produttori era salito a 112,4 a settembre, su una scala in cui i dati superiori a 100 indicano ottimismo.

 

Venerdì scorso, la moneta britannica è caduta ai livelli minimi da 31 anni a questa parte, visto che gli investitori temono che il Regno Unito dovrà affrontare una complessa uscita dall'Unione europea e che il governo di Theresa May aumenterà la spesa pubblica. Secondo il presidente francese Francois Hollande, il dato risente delle paure crescenti di una "hard" Brexit dall'Ue. La svalutazione ha causato un aumento dei prezzi per i beni importati e per i prodotto energetici. Una tendenza, dicono gli economisti citati da Reuters, che potrebbe causare una diminuzione dei margini di profitto finché le industrie non aumenteranno i prezzi causando inflazione.

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