Rio 2016: Camera commercio italo-brasiliana, 'Made in Italy' in testa al mercato

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Le Olimpiadi di Rio sono ormai alle porte e l'evento rappresenta anche un'occasione e una vetrina per le imprese italiane che vogliono investire in Brasile.

Le Olimpiadi di Rio sono ormai alle porte e l'evento rappresenta anche un'occasione e una vetrina per le imprese italiane che vogliono investire in Brasile. "Il Made in Italy è in testa al gradimento del mercato brasiliano -spiega a Labitalia Luciano Feletto, presidente della Camera di commercio Italo-Brasiliana- in tutti i settori, e noi grazie alle nostre competenze 'tecniche Paese' siamo in grado d’assistere le pmi con un tutoraggio adeguato alle singole realtà". La presenza stessa di Piscine Castiglione ad esempio, azienda mantovana che ha realizzato gran parte delle piscine che ospiteranno le competizione, ne è la prova.

 

La Camera di commercio fornisce agli operatori economici delle due comunità di riferimento, italiani verso il Brasile e brasiliani verso l'Italia, informazioni, consulenza e assistenza.

 

"Le imprese che aderiscono alla nostra Camera -continua Feletto- rappresentano una varietà di settori, tra i quali l’indotto al sistema automotive, tecnologie applicative nei 'Grandi Lavori', tecnologie nel sistema farmaceutico, macchinari per il sistema agricolo, sistemi di trasmissione dati, e molte altre, anche se di fatto assistiamo come organo super partes, alcune centinaia d’aziende non socie interessate a valutare situazioni particolari o il mercato Brasile in generale".

 

Ma l'arrivo delle Olimpiadi non ha influito in modo sostanziale sulle attività delle imprese. "Questo importante evento di respiro mondiale, negli ultimi anni -spiega Feletto- non ha influenzato in alcuna maniera il nostro lavoro, poiché, come è noto, i principali appalti e lavori per le Olimpiadi sono stati monopolizzati da consorzi e gruppi locali, con scarse possibilità, per gli specialisti dei grandi Lavori, d’essere protagonisti".

 

Per Feletto, "la crisi del sistema mondiale e brasiliano degli ultimi 12 mesi ha da un lato diradato l’interesse generale al Paese Brasile, ma dall’altro ha consolidato l’interesse d'imprese italiane aventi tecnologie, know how e competenze adeguate da permettere loro di progettare iniziative stabili (commerciali o produttive/assemblaggio) in loco, mantenendo comunque le sedi in Italia".

 

"I settori economici più importanti nelle esportazioni verso il Brasile -racconta Feletto- sono sempre i macchinari e attrezzature con tecnologie Made in Italy, l'alimentare di qualità, i sistemi di produzione e indotto al sistema automotive, dove il Gruppo Fca è leader, oltre ai medicinali, chimica e petrolchimica, agroindustriale di qualità, cosmetica".

 

"I riferimenti positivi derivano appunto dal fatto che i grandi gruppi come Pirelli, Ferrero, Fca, Barilla ed Enel, per citare i principali, stanno continuando a investire in Brasile poiché è un grande consumatore interno e membro Leader del Mercosul/Mercosur (Argentina, Brasile, Uruguai, Paraguai, Argentina con aggregati Cile e Bolivia)", dice.

 

"Ciò che ripetutamente consigliamo alle imprese italiane all’inizio di ogni approccio con noi, siano esse piccole, medie o grandi, è che prima d’iniziare a progettare iniziative in Brasile è necessario si affidino a chi, come noi, ne ha le reali competenze -conclude Feletto- per supportarle direttamente, ove possano trovare sin dall’inizio le informazioni gratuite atte a permettere loro di valutare la situazione in generale, per poter poi decidere le migliori forme di assistenza e consulenze per la loro penetrazione (commerciale e/o produttiva) al continente Brasile".

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