La raffineria di Gela

Petrolchimici pentastellati

Federico Pirro
Siti nei quali sono in esercizio imponenti impianti petrolchimici come la raffineria dell’Exxon Mobil ad Augusta, la raffineria dell’Eni a Gela e il petrolchimico di Porto Torres, interessato negli ultimi anni da una radicale riconversione a chimica verde, grazie a massici investimenti dell’Eni realizzati insieme alla Novamont

I risultati di alcuni ballottaggi di domenica scorsa hanno visto in certi comuni del sud di significative dimensioni affermarsi i candidati del Movimento 5 stelle. Tralasciando commenti politici, è interessante a nostro avviso ricordare che alcune città meridionali conquistate dai sindaci pentastellati sono grandi poli industriali come Augusta, Gela e Porto Torres.

 

Siti nei quali sono in esercizio imponenti impianti petrolchimici come la raffineria dell’Exxon Mobil ad Augusta, la raffineria dell’Eni a Gela e il petrolchimico di Porto Torres, interessato negli ultimi anni da una radicale riconversione a chimica verde, grazie a massici investimenti dell’Eni realizzati insieme alla Novamont.

 

Ma anche per l’area di Gela – dopo una lotta molto dura che vide la scorsa estate uniti addetti dell’impianto petrolchimico, popolazione e amministratori locali – venne firmato a Roma un accordo al ministero dello Sviluppo economico alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, del top management dell’Eni e dei sindacati con il quale si sono programmati investimenti per circa 2 miliardi di euro per l’ammodernamento della raffineria, puntando in essa su prodotti a più alto valore aggiunto. Contemporaneamente, l’Eni ha visto autorizzate nuove prospezioni per ricerche petrolifere on e off shore al largo della Sicilia.

 

A sua volta l’area di Augusta nel siracusano è con quelle contigue di Priolo Gargallo e Melilli sede del maggior polo di raffinazione del paese e fra i più grandi del mediterraneo, grazie alle due raffinerie in funzione sul territorio, ovvero quella già ricordata degli americani della Exxon ad Augusta e quella (ex Erg) di ancor più grandi capacità dei Russi della Lukoil a Priolo. Tale polo chimico – le cui esportazioni (pur in flessione) di prodotti raffinati consentono alla provincia di Siracusa di essere la prima nel sud per beni venduti all’estero – è da anni oggetto di contestazioni da parte dei movimenti ambientalisti che denunciano incrementi di patologie da inquinamento. Naturalmente è compito delle Autorità competenti accertarlo e intervenire (se del caso) per esigere il rispetto di norme vigenti in materia di tutela ambientale e della salute, anche alla luce dei più recenti provvedimenti del Parlamento in materia.

 

[**Video_box_2**]Sarà interessante allora verificare come si comporteranno in queste tre importanti città industriali del sud i sindaci pentastellati che saranno chiamati a misurarsi con le organizzazioni sindacali molto forti di una categoria professionalmente qualificata come quella dei chimici e con il management di grandi gruppi industriali italiani ed esteri.

 

E’ comunque auspicabile che il dialogo con tali interlocutori sia costruttivo da parte dei nuovi amministratori – e che da parte delle imprese si rispettino coloro che sono stati chiamati dal voto popolare ad amministrare quelle comunità – pur in una comprensibile dialettica fra le parti e senza mai dimenticare che quei centri sono autentici pilastri di un comparto strategico dell’industria nazionale, contribuendo in misura molto significativa alla produzione del reddito e alle esportazioni.

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