Foto Epa via Ansa
di cosa
L'Europa svolta: l'impulso danese e il polso tedesco sugli asset russi
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Per leggere la versione senza paywall, iscriviti alla newsletter "Di cosa parlare stasera a cena" a questo link: è gratis!
L’impulso della presidenza danese, con la grande determinazione della presidente Mette Frederiksen, e il polso di Friedrich Merz hanno segnato le scelte dei volenterosi e dell’Ue. Con la decisione di far votare il blocco degli asset russi a maggioranza si apre un capitolo nuovo per i rapporti tra Ue e Russia, superando le resistenze (non trasparenti) di Slovacchia e Ungheria. Il nervosismo russo di questi giorni e la spinta propagandistica per spingere l’Ucraina alla resa si spiegano con il grande timore di vedere l’Ue capace di scelte così dirompenti e con conseguenze così gravi per la tenuta del potere in Russia. La decisione europea comporta una specie di proroga a tempo indeterminato del blocco temporaneo già in corso, per poi aprire alla possibilità di finanziare il sostegno all’Ucraina proprio attraverso quei fondi bloccati, usati come garanzia.
Solo due giorni fa l’ambasciata danese in Germania riprendeva il voto di Politico Eu con cui Frederiksen (assieme a Merz) era stata votata come personalità politica più influente in Europa.
Intanto il ministro degli esteri russo Lavrov o insulta l’Europa (un’ossessione) oppure fa il furbo. Così è raccontato dalla tv cinese.
Le tre "cose" principali
Fatto#1
L'Ucraina riesce a colpire e mettere fuori uso una piattaforma petrolifera russa nel mar Caspio, è un segno di capacità offensiva nel profondo del territorio russo e comporta un’ulteriore riduzione della capacità di estrarre petrolio e finanziare il regime putiniano.
Fatto#2
Attenzione ai riflessi condizionati sovranisti.
Fatto#3
Sta arrivando l’intervento pubblico per l’ex Ilva, soldi che dovrebbero servire a convincere gli investitori privati. Ma è il piano di sviluppo dell’acciaieria a non essere ancora convincente, per non parlare del sostegno politico e sociale per la ripresa di un’attività produttiva sufficiente a garantire lavoro e redditività.
Oggi in pillole
-
La produzione industriale continua a frenare e dal mercato del lavoro arriva un primo dato in peggioramento;
-
la fuga dal Venezuela riuscita a Maria Corina Machado per andare a ritirare il premio Nobel per la pace. Undici posti di blocco superati, con molto coraggio, astuzia e travestimenti;
-
il semestre-filtro, gli esami molto deludenti, i tentativi di rimediare e le contestazioni a Anna Maria Bernini;
-
dopo aver iper-regolato ora la Bce vuole semplificare (ciò che ha complicato);
-
la super truffa all’antica istituzione fiorentina;