Il governo gioca d'attacco sul terreno più difficile, quello del fisco

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Nel vuoto post referendario il governo gioca d’attacco sull’economia e apre la discussione pubblica sul terreno più difficile, quello del fisco. Giorgia Meloni coglie al volo lo svolgimento degli stati generali dell’ordine dei commercialisti a Roma e si impegna verso la parte di contribuenti più in sofferenza, quelli con redditi intorno ai 50 mila euro annuali. Le opposizioni ne approfittano per glissare sui risultati referendari (dopo la penosa difesa d’ufficio dell’operazione referendum affidata a numeri strampalati), ma sono costrette a giocare di rimessa.

E lo spread indica il buon momento della fiducia internazionale nella situazione dei conti pubblici italiani

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Nelle opposizioni chi volesse continuare a rigirarsi tra le autoconsolazioni basate sui numeri referendari finirebbe per trovarsi in grossi guai politici. Nel Pd ora si discute su come uscire da questa situazione. Il fronte già critico sulla scelta referendaria (anche in difesa del jobs act) ha gioco facile. Sono piccoli ripescaggi ma reggono ancora.

E nel sindacato sono aumentate le distanze reciproche.

Fatto #2

Tra tentativi confusi di sbarchi di attivisti (con qualche amico tra gli agenti di Hamas in Europa) e guerra che continua ci sono anche possibili progressi nella difficile trattativa per gli ostaggi israeliani

Fatto #3

Il forte appello di Volodymyr Zelensky perché non si abbandoni il sostegno all’Ucraina.

E un importante cambio di atteggiamento da parte americana.

L’Ue taglia importazioni e prezzo del petrolio russo e ferma gli oleodotti da Est (vale più di molti bombardamenti per far danni al regime di Putin)

Oggi in pillole

• Ah, il referendum abrogativo (quello costituzionale) è stato forzato per diventare dispositivo, ma poi ha smesso di funzionare
• E qualche cambiamento nelle regole si impone
• L’economia si muove, in linea con previsioni leggermente migliorate sul Pil
• Cercasi mister