Di cosa parlare a cena stasera

La durevole campagna putiniana contro l'Europa

Giuseppe De Filippi

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A cena parlate solo di una cosa, con varie sfaccettature ma sempre la stessa cosa e cioè la durevole e minacciosa campagna putiniana contro l’Europa libera e democratica. Tutto lo spettro politico è travolto da questa violenza espansionistica e la reazione al putinismo divide gli schieramenti (che non corrispondono, com’è noto, a quelli ufficialmente indicati come maggioranza e opposizione) e crea le vere contrapposizioni. Il Foglio ha riconosciuto più volte a Giorgia Meloni la nettezza della sua scelta europea e atlantista e quindi necessariamente anti-putiniana, questo è il fatto più interessante della politica italiana da molti anni a questa parte e continueremo a rimarcarlo. Le relazioni dei servizi nazionali di informazione e sicurezza pubblicate oggi confermano l’entità dell’attacco in corso e di ciò che si sta preparando. È chiaro che di fronte a questo tipo di minaccia le scelte dei partiti su altre faccende diventano molto meno rilevanti.
 

Prepariamoci a qualche anno in queste condizioni e prepariamoci a leggere la politica solo in base al modo in cui ciascun gruppo si contrappone o no alla strategia violenta del putinismo. Ovviamente conta molto in questa fase l’arma della propaganda. Non solo con gli strumenti del web e con l’influenza su ciò che circola nelle grandi piattaforme, ma anche attraverso mezzi tradizionali, come giornali e dibattiti TV. Il rapporto dei servizi si occupa anche dell’influenza putinista su questi centri di discussione e di condizionamento del discorso pubblico, cosa ha detto la vedova di Yulia Navalnaya al Parlamento europeo e un’Applebaum al giorno.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

L’Ue, con i suoi meccanismi non sempre lineari, potrebbe accelerare su un programma di grande importanza come il rafforzamento della capacità di produzione di armamenti e di parti necessarie a farli funzionare. Lo ha detto, con chiarezza maggiore del solito, Ursula von der Leyen, presidente (e ricandidata) della Commissione europea, e non c’è solo la pressione da est. Ecco la classica prova contraria per capire l’importanza e l’utilità della convergenza europea nella Difesa e nella produzione di armamenti

Fatto #2

Le provocazioni nella grande fascia definibile di confine tra Europa a Russia vanno avanti, con un nuovo pronunciamento (indotto) di alcuni politici della regione moldava della Transnistria a favore dell’annessione alla Russia. 

Fatto #3

Matteo Salvini pensa di poter trattare le inchieste interne del ministero della difesa come se si trattasse di multe degli autovelox che tanto odia e fa un vuoto sarcasmo contro la sospensione di 11 mesi decisa dagli organi interni dell’amministrazione delle Forze armate a carico del generale Vannacci. Porterà voti questa roba? Non ci si giurerebbe, certamente porta nervosismo nei rapporti con gli altri partiti di governo. 

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