di cosa parlare stasera a cena

Le condanne del mondo libero per la morte di Navalny. E gli assenti italiani

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Per la morte di Alexei Navalny in un carcere putiniano e perciò per mano del regime e per decisione direttamente riconducibile a Vladimir Putin sono arrivate parole di condanna da tutto il mondo libero e democratico e, con maggiore coraggio, anche da parte di russi in esilio o anche più esposti a possibili ritorsioni da parte del regime russo. Le prese di posizione sono tantissime ed è impossibile qui elencarle.

    

Citiamo tra gli altri Ursula von der Leyen, per la citazione diretta delle responsabilità putiniane e per il posizionamento chiaro dell’Ue.

   

Per l’Italia si fa presto a trovare chi non è nella lista, almeno per quanto se ne sa finora, mancano giudizi di condanna da parte di Matteo Salvini e di Giuseppe Conte. Da Giorgia Meloni una valutazione un po’ freddamente formale e giudiziaria, con cui si prende molto sul serio la necessità di un’inchiesta per accertare le responsabilità della morte di Navalny.

  

Commenti mondiali.

   

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Dal vertice europeo sulla sicurezza una spinta più decisa verso l’impegno comune nella difesa.

     

E dalla Germania ribadito il sostegno all’Ucraina, in chiave dichiaratamente anti-putiniana.

 

Fatto #2

Vincenzo De Luca manda a quel paese il presidente del Consiglio. Offese a parte, resta uno scontro politico che non sarà facile comporre, anche perché De Luca è il più vociante, ma non è solo nel contrasto al progetto (leghista più che governativo) di autonomia differenziata 

  

Fatto #3

Crolla a Firenze una parte di un supermercato Esselunga in costruzione, i lavoratori morti sono tre e altri sono feriti anche gravemente. Una strage sul lavoro e anche la prova di una vergognosa mancanza di controlli e di gravissimi errori di progettazione o di realizzazione. E stiamo parlando di un’azienda sottoposta a decine di autorizzazioni e i cui piani di espansione sono sempre vigilati da diversi uffici pubblici. L’inquadramento dei lavoratori con contratto da metalmeccanici e non da edili, come riferito dai sindacati, rende tutta la tragica vicenda ancora più grave

    

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