(foto Ansa)

di cosa parlare stasera a cena

L'appello di Draghi per un'Ue più integrata

Giuseppe De Filippi

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Con un po’ di ritardo, ma è meglio meditare certe letture, potreste parlare a cena dell’intervento di Mario Draghi sull’Economist. Si consiglia di prenderne in considerazione ovviamente la ricetta proposta e cioè l’integrazione federale in Ue con capacità di bilancio comune. Ma, detta così, potrebbe sembrare un po’ il solito appello europeista. Più interessante ancora è invece andare alle considerazioni preparatorie dell’analisi di Draghi. Il suo appello perché ci sia un’Ue più integrata nasce dalle osservazioni sulla forte riduzione della globalizzazione e sulle scelte in corso nei grandi blocchi economici e politici. La Cina si sta richiudendo e sta riducendo il suo apporto come motore manifatturiero mondiale e come protagonista della crescita degli scambi commerciali internazionali. Gli Stati Uniti stanno rilanciando una forma peculiare di politica industriali, con giganteschi investimenti nelle produzioni necessarie per far funzionare le aziende nazionali. L’Ue può stare al passo e fare onore alla sua dimensione di primo mercato mondiale solo mettendo assieme le risorse finanziarie e le politiche per indirizzarle. Insomma, l’integrazione non è un sogno politico ma una strada obbligata se si vuole restare agli attuali livelli di importanza nell’economia mondiale. Aggiungete che la guerra d’invasione russa vicino ai confini europei ha portato l’attenzione anche sulla necessità di coordinare la politica di difesa e il programma politico europeo per i prossimi anni è fatto. Draghi parla chiaro, i propagandisti del declino, generalmente filorussi (per ovvie ragioni) puntano, invece, a confondere le acque.

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Elon Musk deve rispondere a pesantissime contestazioni su sue scelte con cui avrebbe favorito l’apparato militare russo. L’attribuzione di responsabilità è documentata e dà l’idea di un uomo che da solo incide nelle vicende mondiali molto più di vari governi.

Fatto #2

Fare la Brexit (progetto impossibile) e poi disfarla (soluzione necessaria). Uk rientra nel programma scientifico europeo e paga di nuovo il biglietto d’ingresso, perciò a chiedere i soldi indietro e a ottenerli non è Margaret Thatcher ma l’Ue, per la precisione 2,6 miliardi di euro all’anno.

E, a proposito di quello che si diceva su Draghi

Fatto #3

Benissimo, ma è difficile appassionarsi a una programmazione pubblica fatta fissando obiettivi tanto ambiziosi quanto insensati e poi a prorogarne l’applicazione (vendendo poi la proroga come un successo).

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