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Di cosa parlare a cena stasera

Udine passa al centrosinistra. De Toni vince il ballottaggio

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

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Qui possiamo giocare con i microaggiustamenti delle aliquote, come nella recente decisione sul taglio del cuneo fiscale, ma l’unica politica che conta è quella europea, cioè quella che si fa in Ue. Sergio Mattarella oggi ha contribuito a formare la politica europea con argomenti di peso e con una visione sul tema dell’immigrazione, interpretata anche come una ricchezza ma da gestire con intelligenza e con rispetto per le persone. Sono rilevanti anche le parole sul tema del presidente e capogruppo al parlamento del partito popolare europeo Manfred Weber.

I suoi accenti vanno più sul controllo e sulla limitazione degli arrivi nel territorio europeo ma non comportano estremismi come certe cose sentite in campagna elettorale, dai blocchi navali alle espulsioni a tappeto. Il punto, insomma, è nella prefigurazione di una nuova maggioranza europea e di nuovi equilibri al Parlamento europeo. Aspettativa che caricherà le prossime elezioni europee di grande significato e di una portata politica mai vista finora.

Facciamo un saltello logico/storico/giornalistico e proviamo a condire questi recenti fatti europei con una lettura critica e intelligente (di provenienza molto progressive) sulla fortuna filosofica del noto saggio di Francis Fukuyama sulla fine della storia.

 

Le tre "cose" principali


Fatto #1
Vladimir Putin fa condannare a 25 anni uno dei suoi strenui oppositori. Vladimir Kara Murza affronta il carcere con la stessa forza morale con cui ha continuato a esprimersi pubblicamente contro il regime putiniano. “La Russia sarà libera, tutti devono saperlo”, ha detto poco dopo la sentenza ed è diventato, di fatto, il punto di riferimento di qualunque futuro tentativo di sovvertire l’ordine autoritario in Russia.

Nel marzo 2022, dall'Arizona, denunciò gli abusi del Cremlino. Fu arrestato poco dopo proprio per questo intervento, che potete leggere qui.

Fatto #2
Le vicende di Enel vanno tenute d’occhio perché il nuovo gruppo al comando dovrà faticare per farsi capire e apprezzare da una parte di rilievo del mondo finanziario. Si segnalano interventi sulla stampa internazionale

Fatto #3
Alberto Felice De Toni, già rettore della locale (molto efficiente) università vince il ballottaggio per sindaco di Udine partendo da qualche punto sotto al primo turno. Il voto è interessante perché lo sconfitto è sindaco uscente, quindi premiato dal voto popolare 5 anni fa e ora, come esponente del centrodestra, anche sostenuto dalla maggioranza alla guida del paese. De Toni è persona di valore riconosciuto nella comunità scientifica ed è un uomo amabile, capace di tessere relazioni e di guidare strutture senza imporsi come capo assoluto. Il colpaccio, però, lo fa politicamente. Perché è riuscito a mettere assieme il Pd, i 5 stelle e Azione con Iv pur freschi di divorzio, ai quali ha aggiunto i voti della classica lista personale. È noto che le alleanze locali sembrano fatte apposta per smentire i dogmi della politica nazionale, ma a Udine si vede uno schema di rarissima applicazione e messo giù al ballottaggio senza trabocchetti o doppio gioco. Auguri a De Toni e si prepari a diventare un po’ personaggio nazionale, a essere portato a esempio di un modello udinese dalla difficile esportazione ma di ottima spendibilità nella polemica politica. 

 

Oggi in pillole

 

 

 

 

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