Zelensky in visita ai soldati ucraini in prima linea, nella zona di Bakhmut (Ansa)

Di cosa parlare a cena stasera

Bakhmut resiste ancora e Mosca continua a fallire sul terreno militare

Giuseppe De Filippi

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Il modo criminale in cui i russi conducono la loro guerra d’aggressione e gli scarsi risultati ottenuti sul terreno militare. Con Bakhmut ancora in grado di resistere e pienamente controllata dalle forze ucraine. Vladimir Putin può archiviare la visita di Xi Jinping con la certezza di non avere nessuna possibilità di successo in Ucraina. La missione di Xi si potrebbe definire un’operazione diplomatica speciale, parodiando l’ipocrita copertura russa alla guerra. In questo caso di tratta di dare una copertura, altrettanto ipocrita, alla ridefinizione dei rapporti di forza tra russi e cinesi, con questi ultimi a prendere pieno sopravvento. E poi, l’abbraccio cinese è una stabilizzazione del potere putiniano? Forse no o forse è solo un tentativo estremo di difendere una posizione traballante.

Serve poi una postilla sull’uranio impoverito. È materiale usato, dopo opportune miscele con altri elementi, per il rivestimento delle testate di proiettili, per la sua durezza in condizioni di calore estremo. La sua fornitura all’esercito di Kyiv da parte delle forze britanniche non ha nulla a che fare con le armi nucleari e con gli usi militari dell’uranio nella forma usata per le reazioni atomiche.

 

Le tre "cose" principali
 

Fatto #1
Giorgia Meloni tiene la linea sul sostegno all’Ucraina, anche contro parti della sua maggioranza. Ne approfittiamo per un’analisi delle sue parole degna di vari spunti per chiacchierare a cena, come se fossimo di fronte a un nuovo discorso programmatico del presidente del Consiglio (che ha una ragionevolezza a circa 5 mesi dall’inizio dell’attività di questo governo e quindi al termine della classica luna di miele con l’opinione pubblica e di fronte alle prime scelte davvero significative). Oggi il Foglio raccontava con vivezza il modo in cui il capogruppo leghista Massimiliano Romeo schiera il suo partito, o almeno chi lo segue, su posizioni filorusse e completamente diverse da quelle governative.

 

Fatto #2
E, ancora Meloni, tenta una via d’uscita dall’incastro sul Mes, usando come riferimento le richieste di Confindustria per un uso diverso, a favore di investimenti e sviluppo, dello strumento finanziario europeo. Si sente qualche eco di scelte passate, come quella sull’uso della politica monetaria per le crisi, nella constatazione fatta dalla presidente del consiglio sugli interventi della Federal Reserve e della Banca centrale svizzera. Meloni ha fatto notare come per le crisi delle banche americane e di quelle svizzere a intervenire siano state le rispettive banche centrali. Vero, ma è vero anche che era meglio vigilare prima, e comunque questo esempio non toglie nulla all’utilità di strumenti finanziari, pensati per sostenere l’economia in generale e non solo per stabilizzare le banche. Ricordiamo che la nuova linea del Mes è nata per finanziare investimenti nella sanità e non certo per salvare le banche. A proposito, Giuseppe Conte, tra una critica e l’altra alla fornitura di armi all’Ucraina (con le note distinzioni senza senso tra armi offensive e difensive), accusa Meloni di voler presto avviare il processo di ratifica del Mes da parte dell’Italia.

 

Fatto #3
E ancora, ultimo pezzo di dibattito tra Meloni e opposizioni. Si parla di siccità e clima e di responsabilità da attribuire.

 

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