Foto di Zurab Kurtsikidze, via Ansa 

Di cosa parlare stasera a cena

Con una bandiera la Georgia sfida l'Ue e le chiede di cambiare

Giuseppe de Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Per leggere la versione senza paywall, iscriviti alla newsletter "Di cosa parlare stasera a cena" a questo link. È gratis!  


 

La Georgia chiama l’Ue e la costringe, come fa l’Ucraina da più di un anno, a ragionare strategicamente, a porsi nei rapporti internazionali con il protagonismo di una vera potenza. La bandiera con le stelle in campo blu sventolata a Tbilisi di fronte alla polizia e al suo tentativo di repressione politica vale più di tanti vertici e di tante dichiarazioni.

Prima di tutto è un “no” a Vladimir Putin e al suo tentativo di russificare e allontanare dalla democrazia e dello stato di diritto tutti i paesi che rientrano nella sua potenziale sfera d’influenza o che hanno un valore geopolitico per la Russia. La Georgia è la prova di quanto sia proterva, imperialista, criminale, l’azione del Cremlino putiniano.

A maggior ragione quella bandiera sventolata davanti al getto degli idranti impegna l’Ue non solo ad affermare i suoi valori ma anche a difenderli fuori dal suo territorio, nei paesi attratti dal modello europeo. Accettare questo schema significa cambiare profondamente il modo di essere e di operare dell’Ue.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

E l’Ue deve dotarsi anche di una capacità produttiva militare per sostenere un confronto diventato più duro sul confine orientale. La questione riguarda anche i singoli governi, la Germania qui viene chiamata direttamente in causa di fronte allo squilibrio di forze nella cruciale battaglia per Bakhmut 

Fatto #2

Si riaffaccia anche la guerra commerciale condotta bloccando le forniture di grano dall’Ucraina

Fatto #3

La Lega non si accontenta di aver influenzato l’azione del governo verso i migranti, con la guida del ministero dell’Interno affidata al palesemente inadeguato Matteo Piantedosi, ora vorrebbe ancorare al peggiore salvinismo anche l’attuale governo con il voto dei decreti sicurezza, così come uscirono all’epoca del governo gialloverde.

L’irrisolvibile problema alla base delle politiche sulle migrazioni. Il governo inglese lo mette giù nel modo più brutale. Sembra una risposta, per quanto inumana, ma non lo è. È solo propaganda e Matteo Salvini non si fa sfuggire l’occasione per approvare.

Quando si interviene per salvare vite. Il ministero dell’Interno aveva organizzato il trasferimento a Bologna delle salme dei migranti morti nel naufragio a Cutro, poi qualcuno, con un po’ di saggezza, è riuscito a evitare questo piano vergognoso

 

Oggi in pillole

Di più su questi argomenti: