Di cosa parlare a cena stasera

L'annessione russa, Kyiv nella Nato e la chiamata alla responsabilità per Meloni

Giuseppe De Filippi

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Non c’è nessuna ambiguità, nessuno spazio per tentennamenti, nello schieramento scelto da Giorgia Meloni tra Russia e Ucraina (e Stati Uniti) anche quando ha dovuto ribadire il concetto, passate un po’ di ore dalla prima dichiarazione. Il suo commento alla dichiarazione di annessione dei territori occupati in Ucraina da parte della Russia è ancora più netto del precedente. I dubbiosi, che pure esistono nella maggioranza meloniana, non trovano spiragli per piazzare qualche distinguo, qualche interrogativo retorico. Molti governi europei sono schierati meno rigorosamente. E forse lo saranno ancora di più ora che è diventata ufficiale la richiesta di adesione accelerata alla Nato da parte dell’Ucraina, passo che rende ancora più duro il confronto e soprattutto apre la possibilità a un futuro intervento diretto dell’alleanza militare su territorio ucraino e con ingaggio di truppe e sistemi difensivi Nato. È chiaro che questo passo comporta un cambio nelle condizioni generali con cui si dà il sostegno all’Ucraina. Per Meloni la chiamata alla responsabilità sarà molto impegnativa. Anche perché il clima positivo e collaborativo, normale in avvio legislatura, lascerà presto il posto alla ricerca di posizionamenti politici diversi. Ma Meloni potrebbe già trovarsi in una specie di condizione Thatcher/Falklands, in scala militarmente molto maggiore, che per una leader politica significa trovarsi del tutto trasformata e distinta dalle beghe quotidiane della coalizione di governo.

 

Ecco il concerto per l’annessione (tra le varie iniziative propagandistiche).

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

L’esercito ucraino va avanti sugli obiettivi fissati per liberare i territori annessi alla Russia.

  

Fatto #2

A proposito dell’ottimo clima: Matteo Salvini si dà da fare anche alle manifestazioni contro le bollette troppo care, andando oltre al ruolo di politico appartenente al prossimo schieramento di governo e abbracciando toni da opposizione sociale.

  

Fatto #3

Dal tetto al “tetto con forchetta”, serve flessibilità anche nelle proposte per una soluzione europea, perché non si tratta più di contrastare la Russia, il cui export verso l’Ue è calato drasticamente, ma di tenere a freno fornitori come Algeria e Norvegia

   

La giornata in pillole

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