Le trattative tra Russi e Ucraini a Instanbul, in Turchia (Ansa)

DI COSA PARLARE STASERA A CENA

In Turchia piccoli passi in avanti nelle trattative tra Ucraina e Russia

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

La presenza di Roman Abramovich accende la curiosità (e le attese) sulle trattative in Turchia. Non è certamente il protagonista principale ma sembra che con lui e per i suoi legami con Vladimir Putin e con il potere in Russia qualcosa si sia sbloccato. Altrettanto importante è la capacità del governo ucraino di unire fermezza e disponibilità nella conduzione delle trattative assieme a una buona dose di fantasia. Come avviene, ad esempio, con l’invenzione di un gruppo di paesi garanti dell’accordo, tra cui l’Italia. Grazie a questo gruppo informale si riesce, dal punto di vista ucraino, a salvare una quota di garanzia contro future minacce militari anche rinunciando all’adesione alla Nato. Già si era notata, intanto, la rinuncia da parte russa all’obiettivo inventato e strumentale (oltre che ridicolo e grottesco) della cosiddetta denazificazione dell’Ucraina.

Insomma, la trattativa, mentre si spara e si lanciano bombe, ha segnato qualche punto. Potrebbe ancora saltare tutto, ma forse allora andrebbe davvero tenuto d’occhio cosa succede al Cremlino. Anche se, pur con l’accordo firmato, non viene voglia di scommettere sul futuro politico di Putin, anche se tenterà di vendere l’assurda, sanguinosa, inutile, offensiva verso la Crimea come un successo. 

 

Le tre cose principali 

Fatto #1

Fanno i gradassi coi rubli ma il flusso di gas dalla Russia, quello già venduto in base ai contratti in essere, non si riduce. Intanto, per ovvie ragioni di prezzo, non si vende il gas delle aste tradizionalmente usate per le vendite primaverili (quelle con cui si riempiono gli stoccaggi).

Fatto #2

E se Irpin servisse a poco?

Fatto #3

C’è il patto per Napoli, e potrebbe essere un modello di politica economica in applicazione del Piano nazionale di ripresa (che se non dà una spinta al Mezzogiorno non è servito a niente). C’è il ripiano del disavanzo e la garanzia su nuovi investimenti.

Oggi in pillole 

 

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