Angela Merkel (foto EPA)

di cosa parlare stasera a cena

Imporre lockdown in Europa è sempre più difficile

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

In Ue non si riesce più, politicamente, a imporre chiusure e restrizioni. Non ce la fa Angela Merkel, non ne hanno la forza neanche gli altri governi. È un segnale politico chiaro quello che arriva dalla Germania, con tanto di scuse e marcia indietro da parte della cancelliera, e va capito e interpretato. Certamente non c’è più il consenso sociale per allungare limitazioni alla vita sociale e commerciali superiori a quelle che da noi si potrebbero definire da regione gialla. Non stiamo dicendo che non servano, anche perché dal mondo medico vengono invece esortazioni alla prudenza, ma che c’è stato un cambio nella percezione delle opinioni pubbliche europee e ora la paura, la preoccupazione per la salute, sta perdendo posizioni nella scala di importanza. E la durezza nelle restrizioni sta diventando politicamente minoritaria. Era il problema dell’ultimo sforzo, di cui abbiamo parlato spesso ultimamente. Il fronte interno, chiamiamolo così, regge ancora questo sforzo, ma il limite sembra essere abbastanza unanimemente percepito nei primi giorni di aprile. E per i governi europei diventerebbe difficile ora, anche se trovassero un’unità di intenti, chiedere, come dire, una proroga degli sforzi ai cittadini. Anche perché dal mondo arrivano notizie, un po’ enfatizzate per la verità, sulle riaperture, sulla ripresa. I mercati hanno capito che non è tutto veramente così, ma forse calcolano, tra le variabili negative, anche la stessa difficoltà per i governi nel recupero della disciplina sociale necessaria per frenare l’ultima parte di questa ondata di contagi. 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1

Per Mario Draghi in Parlamento le comunicazioni sul prossimo Consiglio europeo diventano l’occasione per dire a che punto è la riorganizzazione della campagna vaccinale. Il punto forte è nella critica alle regioni per l’adozione di criteri non omogenei nelle priorità sulle vaccinazioni. In segno di trasparenza i dati sulle vaccinazioni da questa settimana saranno sul sito di Palazzo Chigi. E Roberto Speranza chiarisce ulteriormente: le regioni devono attenersi al piano condiviso. E il dibattito che ne è seguito. Matteo Salvini difende le spiagge, non per fermare chissà chi sul bagnasciuga, ma per impedire l’approdo della concorrenza nelle concessioni. Intanto sembra di capire che ad Anagni non ci sono oscure manovre per togliere vaccini agli europei. 

Fatto #2 

Angela Merkel contrastata e costretta a rinunciare al piano di chiusura. Mentre il Brasile non ce la fa più, ma non per le chiusure, per la pandemia. 

Fatto #3 

Joe Biden è per due mandati (forse). Ma Vladimir Putin è per sempre. 

 

Oggi in pillole 

- Enrico Letta dice che con Giuseppe Conte ha cominciato a parlare di futuro, per un’affascinante avventura. In quello prossimo c’è qualcosa di meno fascinoso, ma abbastanza concreto, come l’elezione del sindaco di Roma, con una situazione ormai irrecuperabile verso Virginia Raggi certamente da parte del Pd, ma l’impressione è che la sindaca uscente non abbia più un vero canale di comunicazione con il movimento 5 stelle nazionale, dopo aver perso gran parte del consenso di cui godeva in quello locale.

- Forza ministro, almeno i piccoli.

- Attenti con il codice appalti, la materia ha tante implicazioni e la pura e semplice abolizione non risolve il problema della velocità di realizzazione delle opere e porta, però, tante altre spinosissime questioni.

- Torna a casa la responsabile in prestito.

- Gli effetti positivi su tutti gli altri farmaci della ricerca per contrastare il Covid.

- La grigliata alla islandese.

- E questo è il nostro buco nero di casa, insomma, di galassia, in una nuova immagine che rende bene l’idea perché trasforma in bagliore il campo magnetico circostante.

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