di cosa parlare stasera a cena

Quali saranno i prossimi passi della maggioranza?

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Qui qualche cena fa dicevamo che per Matteo Renzi il problema insuperabile era l’obiezione totale, personale, diretta, alla presenza di Giuseppe Conte a palazzo Chigi. Più si osservavano le richieste del leader di Iv e più le sue contestazioni al governo salivano di intensità, più si arriva a constatare che il punto era proprio il nome del presidente del consiglio. Ma poi, al culmine dell’attacco e dopo aver consumato qualche altro ultimatum, il gioco ricominciava. Si ripartiva dalle richieste programmatiche e si andava nuovamente a parare sull’incompatibilità personale. Questo meccanismo si sta ripetendo. E oggi, con la valvola di sfogo del confronto tra capidelegazione e governo sulle modifiche al piano italiano di rilancio, si potrebbe nuovamente tornare alle questioni contenutistiche. Ma forse si è esaurito il margine per gli attacchi personali a Conte. Anche perché nessun governo, nessuna maggioranza, potrebbe reggere a quella intensità di contestazioni dirette. Entrambi devono salvare la faccia. Il modo possibile, come si diceva, è aumentare il numero di facce interessate e coinvolte. Per esempio c’è la faccia di Nicola Zingaretti. Oggi il segretario del Pd, di fronte all’evocazione del “capolinea per il governo” da parte della ministra Bellanova, si teneva su un più compassato e misurato attendismo, parlando di sviluppi da verificare. E in questi sviluppi ci sono ovviamente quelli che riguardano la crisi sanitaria, nuovamente diventata un fattore stabilizzante per la maggioranza. Zingaretti lo sa (e tra l’altro è coinvolto anche in prima persona per la gestione della regione Lazio, in testa alla classifica per vaccinazioni e rimasta tra le regioni con il colore, il giallo, meno limitante) e punta su questi aspetti ma allo stesso tempo ricorda che ora il governo è chiamato a uno sforzo costruttivo, chiede responsabilità e parla di sforzo unitario. Insomma, più chiari di così non si può essere e per le nostre conversazioni a cena è più che sufficiente il punto del segretario del Pd per leggere e capire i prossimi passi della maggioranza.

  

Le tre "cose" principali

 

Fatto #1

Donald Trump torna su Twitter (qui riportiamo un tweet un po’ da rosicone e ovviamente privo di rispetto istituzionale sulla mancata presenza all’Inauguration di Joe Biden e Kamala Harris), la violenza riprende nelle parole e nel mondo virtuale, mentre gli sciamani, ehm, sciamano verso casa loro, un po’ sorpresi dal fatto che a fare la rivoluzione e attaccare il palazzo d’inverno può anche succedere che si prendano un po’ di botte. Il virtuale twitteriano, incendiario nel giorno dell’assalto, rientra nella sua dimensione, della mega bolla milionaria in cui Trump predica le sue vacuità e in cui specchia il suo narcisismo. Ora vuole gestire quelli che chiama i suoi 75 milioni di elettori come se fossero un pacchetto di voti da far pesare in uno schema proporzionale. Ovviamente non è così e non gli verrà concesso, perché su quegli stessi voti fa leva anche il partito repubblicano vero e proprio e soprattutto i suoi eletti, senatori e membri della camera, tra i quali le posizioni sono quanto mai eterogenee. Insomma un guazzabuglio, da cui si potrebbe anche venire fuori con una specie di storica scissione, dalla quale nascerebbe un delirante movimento trumpiano-complottista. Chissà, certamente ci sono perfino senatori repubblicani ora apertamente favorevoli all’impeachment, e componenti di prima fila della sua amministrazione che invocano il 25esimo emendamento. Mosse che sembrano già prefigurare l’avvio di una competizione interna per la preminenza nel GOP in vista delle future sfide elettorali. Ah, sui voti trumpiani messi in relazione con le accuse di brogli poi non è male la battuta da judoka (sconfigge l’avversario usando la sua stessa forza) di Lorenzo Pregliasco. E poi c’è la richiesta di un risarcimento monstre all’avvocato di Trump che aveva sostenuto (come i trumpini italiani, per primi Maria Giovanna Maglie e Daniele Capezzone) che le macchine per votare della società Dominion avessero consentito brogli a favore di Biden attraverso la modifica dei loro meccanismi interni. Negli Stati Uniti le cause per risarcimento sono sottoposte a filtri a monte che le rendono ben più fondate ed efficaci di quelle italiane. La posizione dell’avvocato di Trump, mandato al massacro legale non si sa perché, si fa complicata.

 

Fatto #2

Mentre i contagi riprendono a marciare a un ritmo nuovamente preoccupante, lo ha detto oggi l’istituto superiore di sanità nel punto settimanale, arrivano altri 40 milioni e poco più dosi di vaccino Pfizer per l’Italia dopo la rapida negoziazione avviata per la commissione europea dalla presidente Ursula von der Leyen. Significa poter immettere prima dell’arrivo degli altri vaccini il prodotto di Pfizer in un ciclo distributivo già avviato e rodato e quindi tenere, con ogni probabilità, il passo rispetto ai programmi previsti. Nello specifico va ricordato che i due vaccini di prima disponibilità, quindi Pfizer e l’imminente Moderna, sono destinati principalmente e primariamente ad anziani e operatori della sanità e subito dopo alle altre categorie più esposte al rischio di contagio e di gravi sintomi. Categorie in cui si rientra per designazione del cts, verso il quale si stanno indirizzando molte rappresentanze organizzate, specialmente sindacati, perché i lavoratori cui è stato chiesto di non fermarsi e di mantenere l’attività in presenza anche durante le fasi più stringenti dei vari lockdown sono esposti a un livello di rischio di poco inferiore rispetto a quello di chi lavora nella sanità e a buon diritto richiedono ora di essere vaccinati il prima possibile. Sono i dipendenti del commercio e dei servizi, dalla grande distribuzione a poste e banche. Confortante, in questo quadro, la conferma dell’andamento abbastanza rapido della vaccinazione in Italia, almeno stando al confronto con gli altri paesi europei. Le dosi Pfizer aggiuntive, come si diceva, entrano ora nella disponibilità di un sistema che si è rodato abbastanza rapidamente e che sta aumentando in efficienza. La fila di Napoli al cento vaccinale, secondo Roberto Burioni e siamo con lui, testimonia che il lavoro è in corso e con buona intensità.

 

Fatto #3

Ecco in cosa sta consistendo la tenuta sociale ed economica dell’Italia. Nei dati sul lavoro e sui redditi, pubblicati oggi dall’Istat, c’è la valutazione della forza di fondo dell’economia italiana (e parallelamente di quella europea) e da questi numeri si vede come il tessuto produttivo abbia retto e in questo modo, assieme alla forza inerziale del settore pubblico, si sia potuta garantire una buona dose di continuità sia nell’occupazione sia nella creazione di ricchezza. Ovviamente nel commercio e nei servizi, in modo più marcato, ci sono situazioni di grande difficoltà. Ma è proprio la tenuta generale del settore produttivo e specificamente del manifatturiero a permettere di individuare con precisione maggiore i lavoratori che invece stanno soffrendo per le limitazioni dovute alla pandemia e in questo modo si dovrebbero (speriamo) migliorare le prestazioni assistenziali. Ben visibili, comunque, gli interventi di sostegno pubblico all’economia nell’andamento parallelo tra deficit, in salita, e reddito delle famiglie, anch’essi in miglioramento.

  

Oggi in pillole

 

Il partito repubblicano non può andare avanti con il trumpismo ma non sa neanche bene come andare avanti. L’analisi di Ian Buruma.

 

 

Secondo Nancy Pelosi, rafforzata in questa idea dall’attacco a Capitol Hill, Trump è stato ed è un propagandista della strategia antidemocratica di Vladimir Putin.

 

Ripescaggio interessante, questa intervista al leader della Fim Cisl Roberto Benaglia, da Stellantis all’Ilva, dai giornali alle povertà.

 

Voragini che si aprono in un (bel) parcheggio di un grande ospedale napoletano. Cose che succedono, bando alle metafore, ma se proprio ne avete voglia a cena fate un accenno all’argomento

 

Calma, calma, non c’è fretta. La Terra si è messa a girare troppo svelta.