Di cosa parlare stasera a cena

L'arresto a Hong Kong di Jimmy Lai e il compleanno positivo di Antonio Banderas

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Vabbè tanto state tutti a parlare di questa cavolata dei parlamentari con partita Iva e sussidio di 600 euro. Nessun problema con la legge, come è stato ben spiegato, ma ovvi problemi di opportunità e di immagine per i parlamentari che dovessero emergere come percettori di sussidio in aggiunta alla loro remunerazioni ordinaria. Ma la vicenda prende un’altra piega, perché i singoli casi personali vanno in secondo piano, mentre è lo strano comportamento dell’Inps a prendere la scena. Tutto è trapelato dall’ente previdenziale. E qualche ora dopo era sulle agenzie di stampa e ovviamente in tutto il web la composizione partitica del quintetto. Con una prima versione in cui erano 3 leghisti, uno di Italia Viva e un 5 stelle. L’arrivo delle smentite, in questi casi, può essere routine e lasciare indifferenti. Tuttavia sia la smentita di Italia Viva, con Ettore Rosato a garantire che dopo aver controllato e ricontrollato nessuno dei loro aveva chiesto né ottenuto i 600 euro, e anche la smentita di almeno un leghista, Mauro Lolini, cui erano arrivate voci di inserimento del suo nome tra i tre percettori del sussidio e che ha subito diffuso controllo a prova di bomba sui suoi conti e sulle sue aziende per mostrare, fondatamente, che non c’era nulla. In tutto ciò l’Inps cominciava ad appellarsi alla tutela della riservatezza. Cosa grottesca dopo aver diffuso, però, le informazioni sulle appartenenze politiche dei 5. Da fonti parlamentari arriva poi una precisazione: sono 3 e non 5 i richiedenti bonus (cosa che sembrerebbe coerente con le due nettissime smentite ricevute e che porterebbe il terzetto a essere composto da 2 leghisti e 1 grillino). L’Inps allora rimette la matematica a posto chiarendo che 3 parlamentari hanno ottenuto il bonus mentre 5 lo avevano chiesto, e introduce così la colpevolezza (nel tribunale mediatico) anche per la semplice intenzione, cioè per la richiesta, senza salvare neppure un eventuale ravvedimento in corso d’opera. Il tutto serve anche per prove di inflessibilità interna ai partiti, accomunando, nella ridicola ostentazione di moralismo, i 5 stelle a un rintronato Matteo Salvini.

  

Intanto gli amministratori locali coinvolti anche loro cominciavano a uscire allo scoperto, per spiegare che i loro introiti per attività politica sono talmente ridotti da non cancellare affatto la necessità di un sostegno in quanto titolari di partita Iva e quindi di una loro attività professionale o lavorativa. Sia detto poi incidentalmente che la remunerazione per l’attività politica va a coprire, appunto, gli impegni ordinari.

 

Si noti incidentalmente che se prima l’informazione in formato talk show era alla continua di ricerca di persone che non erano riuscite a ottenere i 600 euro per le pastoie e le difficoltà burocratiche, adesso invece il racconto viene rovesciato e ottenere il bonus diventa la cosa più facile del mondo, quasi un automatismo.

 

 

Gli americani fanno preoccupare anche i loro amici e parenti irlandesi.

 

Tanto poi parlate di Antonio Banderas.

 

La questione delle elezioni in Bielorussia, date per vinte da Lukashenko senza uno straccio di riscontro dai conteggi delle schede e dallo spoglio. Insomma sembra a tutti gli effetti un colpo di mano accompagnato da repressione e intimidazioni. Mentre con velocità quasi pari a quella con cui Lukashenko aveva stabilito autonomamente il risultato elettorale sono arrivate le congratulazioni di Vladimir Putin.

 

La candidata rivale non accetta il risultato autoproclamato da Lukashenko, nelle strade di Minsk e di altre città ci sono stati scontri. Con almeno un morto tra i cittadini che protestavano.

    

L’arresto del grande imprenditore editoriale di Hong Kong, Jimmy Lai, ultimo rimasto sulle scena locale a tentare l’informazione non schierata con pechino, e dell'attivista Agnes Chow.

 

La Cina muscolare.

 

E le proteste anche a Beirut.

 

Un ardito parallelo Usa-Libano sul New York Times.

 

La seconda puntata del Mc Too.  

 

Il virus e le riunioni, quanto durano e quante ne facciamo.

 

I bus fiammeggianti di Roma, una specialità locale

 

Parlate di tempo e allerta gialle.