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Di cosa parlare stasera a cena

La strage di Hanau e il bilancio dell'Ue

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Un razzista, neonazista, che esponeva sul web i suoi propositi violenti e li appoggiava ad assurde teorie sulla inferiorità di alcuni popoli e sulla necessità di eliminarli. Gli argomenti sono quelli ripetuti negli anni da militanti dell'estrema destra nazionalista. In Germania hanno ripreso a circolare con maggiore intensità da qualche tempo. Si tratta, come anche in questo caso, di personalità caratterizzate da una generica ostilità alla democrazia, al dialogo, alla coesistenza tra culture. E anche prive di vere radici nella propria cultura. In questo la continuità tra nazismo e neonazismo è quasi perfetta. Nelle azioni di questi presunti difensori della cultura nazionale c'è in realtà un rifiuto della cultura in generale (intesa nel senso più ampio, quindi anche di civilizzazione e indirizzo verso lo scambio e la produzione di idee nuove). Ma capire tutto ciò non è molto difficile, mentre è un impegno molto complesso la prevenzione e la repressione di questo tipo di azioni terroristiche, i cui bersagli sono molti, indistinti, indifesi. Il contrasto politico (e come si diceva anche culturale) resta il punto di partenza e resta una strategia necessaria, ma serviranno anche maggiori sforzi nelle operazioni di polizia. L'ostentazione dell'odio e il desiderio di pubblicare sul web le convinzioni degli appartenenti alla destra violenta sono un ovvio terreno di lavoro per le forze di polizia e per la magistratura.

  

Angela Merkel, dalla tv tedesca.

  

Secondo il capo dell'informazione digitale al Frankfurter Allgemeine Zeitung l'ondata di violenza di destra durerà.

 

Ursula von der Leyen twitta per dirsi vicina alle famiglie delle vittime dei due attacchi, poi (correttamente, dopo la diffusione delle informazioni sulle indagili) si ritwitta aggiungendo la condanna di xenofobia e razzismo.

  

Dispiace che Giuseppe Conte si limiti al "folle odio" come cosa da stigmatizzare e non vada alla radice, pur in un orario in cui la faccenda era abbastanza chiara (Rocco Casalino dovrebbe essere un po' più vigile, lui che tra l'altro parla anche tedesco).

  

Certe cose lasciatele a Matteo Salvini, che appunto esprime dolore senza però i riferimenti chiari all'odio ideologico per gli stranieri e al razzismo, anche dopo che la ricostruzione dei fatti era stata acquisita dall'informazione e dal mondo politico

 

Nel derby a destra sono molto più chiare e ben indirizzate le parole, sempre via Twitter, di Giorgia Meloni.

  

Il bilancio dell'Ue e le trattative, l'Italia prova a districarsi tra la necessità di distinguersi, determinata dalla politica interna, e quella di essere stabilmente sulla linea europeista. Chi legge il Foglio trova tutto quello che serve da dire a cena, anche se fosse la cena del Consiglio europeo.

 

Ma sarà lunga.

 

Alla fine Matteo Renzi dice di voler parlare con Giuseppe Conte per mettere "fine al teatrino", e questo è tutto quello che dovete sapere per parlare a cena di sviluppi delle tensioni nella maggioranza. Poi, volendo, c'è il piano di Italia Viva per dare uno choc all'economia (ma loro lo scrivono con la grafia inglese moderna).

 

Aumenta la soddisfazione per le condizioni economiche e per la vita nel suo complesso tra i cittadini italiani. Il 56,5 per cento delle persone con più di 14 anni si dichiara soddisfatta di come sta. C'è evidentemente qualcosa che non torna nel racconto fatto tutto di rabbia e di scontento e forse anche le strategie di comunicazione e le proposte dai partiti dovrebbero tenerne conto. Va anche detto però che rabbia e scontento nel dibattito pubblico italiano sono rappresentati in modo caricaturale o, alla meglio, per sentito dire, e quindi entrano nelle scelte politiche degli elettori con quelle modalità.

   

A proposito di vita, soddisfazione, partecipazione, guardate questa correlazione (da approfondire e da verificare ovviamente) tra numero di negozi aperti in centro e partecipazione politica nelle città.

 

Andrea Giuricin contro gli apprendisti stregoni degli aiuti pubblici, ovvero contro la cura che peggiora la malattia. La regola vale, con maggiore intensità, per il trasporto aereo.

  

Non è il Tea Party, non riguarda il profumato prodotto da infusione ma la maleodorante monnezza romana, però potrebbe essere il primo passo per una rivoluzione nel rapporto tra fisco e contribuenti, con l'introduzione di un criterio legato alla qualità dei servizi.

 

La corsa della ricerca e dell'industria per migliorare l'auto elettrica (che ancora ha molto bisogno di incrementi di efficienza).

 

Il dibattito dei dem americani lascia un bel po' di scontento, Mike Bloomberg rivela debolezze, gli altri non brillano, e Donald Trump fa il maramaldo. Funziona meglio, però, l'esprit de l'escalier, che potrebbe essere una delle vere funzioni del web: vado a un dibattito in Tv, faccio figura così e così, ma poi recupero con interventi sui social in cui correggo le pecche e un po' me la canto e me la suono finalmente libero dai vicini petulanti (e vorrei vedervi ad argomentare in pace mentre uno come Bernie Sanders sta lì a tormentarvi).

 

In Tunisia riescono a risistemare il governo e a evitare le elezioni.

 

Le ultime sul virus.

 

Le previsioni che spaventano.

 

E il dramma di chi non viene curato, per isolamento o per paura. Vale anche per chi si trova ancora a bordo della Diamond Princess.

 

E la prova (fallita) del regime cinese a confronto con la necessità di maggiore trasparenza.

 

E i tentativi di propaganda, con empatia che mischia un po' di canoni pop ma suona falsa come un rolex di latta.

 

Per la Bce non rientra ancora nei principali temi di politica monetaria.

  

Intanto almeno cala l'influenza, ma ha colpito duro.

  

L'addio al semplificatore, cui dobbiamo tutti un grande ringraziamento. Ha fatto tanto per non farci innervosire ma tanto c'è ancora da fare.