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Le botte del Tar al decreto di Salvini e la commemorazione di Genova

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Bastava un Tar, un ricorso scritto decentemente, per smontare tutta la grande politica trucista contro gli sbarchi. La tecnica legislativa di Salvini e gli ordini che pretende di dare (da ministro autosfiduciatosi, peraltro) non superano neppure i minimi esami di diritto e di capacità amministrativa. Non è solo uno scivolone tecnico, è la prova che la politica puramente declamatoria del capo leghista è fine a se stessa, serve solo ad alimentare il suo asfittico circuito propagandistico, a gonfiare la bolla internettiana che tiene in piedi il consenso e gonfia i sondaggi.

 

  

Salvini, mentre sfiducia Conte, gli dà ordini. Un comportamento che autorizzerebbe a dubitare della sua capacità di impostare processi logici lineari, di estrema semplicità.

 

Sì, è tutto molto strano, ma il più strano di tutti è, come dicevamo, il ministro che si è sfiduciato da solo, per interposta mozione di sfiducia al presidente del Consiglio, ma continua a fare il ministro. E l'opposizione (che intanto starebbe costruendo una nuova maggioranza) osserva stupita ma attendendosi qualunque cosa.

 

 

Dopo la baraonda di ieri, stasera potrete dedicare le chiacchiere a cena all'obiettivo di capire un po' meglio cosa sta davvero succedendo. Il brivido del divertimento politico ce lo dà la possibilità che a dividersi sia il centrodestra con la pattugliona di Forza Italia nel possibile gioco della nuova maggioranza. Non è necessario votare a favore, essere organicamente nella nuova alleanza. Come ha scritto oggi sul Foglio Giuliano Ferrara, esiste, ed è la più equilibrata, naturale e fondata, la possibilità di un incarico per un monocolore a 5 stelle, con appoggio esterno del Pd e di LeU. A quel punto l'ingresso tra i gruppi che puntano sull'astensione, quindi sulla forma più blanda di appoggio esterno, potrebbe essere deciso anche dai senatori di Forza Italia, molto pesanti a Palazzo Madama. Il Foglio poi prosegue nei suoi girotondi di opinioni da cui sicuramente potrete pescare per reggere l'urto di questa inattesa intensità della conversazione politica estiva. 

 

 

Perché intanto l'economia, come si diceva una volta, ristagna. E il debito sale allegramente.

 

Vabbè dai, tanto ne parlereste lo stesso, e quindi eccolo qui. Già sembra di sentirvi: tanto mica sarà più buffonesco di Salvini o di Di Maio. Effettivamente poi c'è un precedente storico. I Savoia, dopo i momenti neri, ripartono sempre da un Emanuele Filiberto, successe anche nel '500, ed era l'unico figlio dell'ultimo esponente della dinastia allora in vita, sposato alla figlia del re di Francia e se non fosse nato, peraltro da una mamma attempata il piccolo Emanuele Filiberto, l'allora ducato sarebbe stato inglobato nel regno di Francia per via ereditaria.

 

La commemorazione.

 

 

L'inchiesta, la ricostruzione, i commenti, le proteste.

 

 

A Hong Kong potrebbe andare a finire molto male e sarebbe la prima volte di una presenza militare cinese, con compiti di repressione di proteste, impiegata in così larga scala nella ex colonia. Proprio per la grande visibilità che ci sarebbe per un intervento del genere potrebbe ancora essere rinviato per lasciare spazio a tentativi meno cruenti.

 

L'idea di schierare contro Trump alle presidenziali anche un rivale di parte repubblicana, qualcosa che assomiglia alla destra non truce invocata in Italia.

 

 

Lo fanno anche altrove, anche da queste parti. Boh, se vi piace e siete in zona.