Massimo Bordin (foto Imagoeconomica)

L'aumento dell'Iva e l'addio a Massimo Bordin

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Una cosa buffa del governo in questi giorni o meglio, del sottogoverno, cioè del consolato retto da Di Maio e Salvini: litigano su tutto, ma proprio tutto, sono divisi, contrapposti perfino, ma vanno d'accordo in una questione e cioè nel dire, contro ogni logica finanziaria e contro gli stessi documenti governativi, che l'Iva non aumenterà. La morale è che gli altri dossier, dalla gestione dell'immigrazione alla guerra in Libia, se affrontati con l'abituale spirito opportunistico tipico dei due consoli, possono essere trattati con grande elasticità. E quindi ci si può anche contrapporre, ovviamente in modo strumentale e limitato al tatticismo della comunicazione su Facebook e nei talk televisivi o sui giornali d'area, come il Fatto o la Verità. Perché tanto, per tenerci all'esempio dei migranti, sia posizione salviniana dei porti chiusi sia quella dimaiana fatta di non ben precisate aperture a chi è un po' meno truce, possono essere gestite, come dire, senza toccare palla. Perché i porti non sono veramente chiusi, ma c'è solo la colpevole manfrina, ma pur sempre manfrina, delle navi bloccate, gli ordini vergognosi di non far scendere. gli interventi di altri poteri e infine lo sbarco di chi deve sbarcare. E succede anche per la polemicuccia sui militari e su chi li debba indirizzare, su cui rubiamo a Filippo Sensi una cronachetta parlamentare veloce veloce che ci dice tanto sulle condizioni dei rapporti nel governo.

 

 

Però appunto, si diceva, su queste questioni non ben definite e definibili i due possono anche fare la scena di darsele e di dividersi. Ma, invece, d'incanto, eccoli uniti contro il ministro Tria e contro la corretta indicazione nel Def di entrate per 23 miliardi dagli aumenti dell'Iva. Su quello entrambi prorompono a gridare che "no, gli aumenti Iva non ci saranno". Uniti nella mezza bugia, perché non offrono alternative, se non le iper farlocche spending review e lotta a evasione fiscale.

 

L'opposizione del Pd dice che il governo è diviso, ma, appunto, come osservavamo, la divisione è tra Tria e tutti gli altri, quindi difficile definirla proprio "divisione", sembra più un caso di concordia, come si diceva, nel voler negare la realtà dei fatti.

  

L'opposizione di Forza Italia attacca sulla manfrina.

 

Cottarelli la butta sul fantasy.

 

 

Anche questa è politica, dispiace che si debba passare per le querele ma servirà a mettere in chiaro i comportamenti di chi ha ritenuto di fare campagne elettorali usando strumenti inaccettabili.

 

Greta va avanti, confortata dal Papa, nel procurarci allarme.

 

Un sondaggio interessante nell'UK post proroga Brexit e verso il voto europeo.

 

 

Come ricetta elettorale forse funziona, come ricetta di politica economica non tanto (passare dai prezzi controllati ai razionamenti e poi all'assalto ai forni è un attimo). E siamo nell'Argentina che dovrebbe essere un po' meglio del Brasile di Bolsonaro.

  

 

Il dramma dell'ex presidente peruviano Garcia. 

  

  

Non potremo più sentire la voce di Massimo Bordin né godere della sua intelligenza. Ci mancano già le cavalcate radiofoniche e la capacità prima di tutto di ricordare e poi di comprendere a fondo i fatti giudiziari, svelando gli imbrogli e le false piste, senza innamorarsi degli sceriffi e senza oltraggiare i delinquenti. Della giustizia italiana e quindi del suo racconto terribile, delle sue storture e degli abusi, e degli errori infami, aveva fatto lo schema per leggere il nostro paese. E ogni giorno aggiungeva, con totale passione, un nuovo capitolo. In rete troverete moltissime parole, nella gran parte dei casi intense e commosse, per ricordarlo e per ringraziarlo, qui solo la sua Radio e il giornale che lo aveva ospitato negli ultimi anni.