L'inizio dei lavori di demolizione sul ponte Morandi (foto LaPresse)

L'alleanza tra M5s e gilet gialli e l'inizio dei lavori sul Polcevera

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Come procede con la Francia? Preparatevi a un fine settimana all'insegna di questi argomenti. Da parte italiana continua la litania degli stessi argomenti. Di Maio non fa ammenda sull'incontro galeotto, quello col gilet giallo dissidente e più giallo di tutti. Legittimando, en passant, qualche domanda sull'ampio spettro di posizioni nel gileisme, con aggiunte nostrane che confondono ulteriormente.

 

  

Insomma Di Maio ribadisce di volersi impicciare dei casseurs francesi e fa, tra l'altro, una splendida campagna elettorale per Macron ed En Marche!, col presidente francese e il suo movimento in ottimo recupero nei sondaggi, grazie al grand débat (l'iniziativa di ascolto e confronto con tutte le realtà sociali francesi) e grazia al piccolo gaffeur italiano. Le cose degli affari poi andranno avanti senza troppo clamore grazie anche alla collaborazione tra settori produttivi dei due paesi.

 

Ma di guai ne restano tanti, appunto più politici che economici, e non state a sentire la storia di Air France che molla Alitalia per fare un dispetto a Di Maio, perché la trattativa non era mai entrata nel vivo e da parte francese non c'era nessuna intenzione di andarsi a mettere sul groppone la parte complicata della compagnia italiana, quindi non c'era nulla che avrebbe davvero aiutato Di Maio a uscire dalle secche.

 

  

Restano le parole un po' sciocchine e un po' da stampa d'ossequio. Fa discutere un servizio del Tg2, nella scia della nuova direzione, che però, non senza comicità, si spinge alla rivendicazione delle spoglie di Napoleone (ma la Corsica semmai era genovese, e se riapriamo questioni definite nel 1768 allora Di Maio bisogna restituirlo ai Borboni di Napoli e Salvini all'Austria).

 

  

Ma concretamente che ha fatto Di Maio tutto il giorno? Sostanzialmente campagna elettorale in Abruzzo, per un voto regionale sentito dai 5 stelle in modo vistosamente nervoso. La sensazione locale indica un ritorno dei grillini al terzo posto precedente alla grande affermazione del 4 marzo. E c'è uno strano fenomeno politico per cui i due alleati di governo si stanno attaccando reciprocamente nella campagna elettorale abruzzese e in quella sarda, con un effetto non solo straniante ma anche obiettivamente vantaggioso per i restanti concorrenti. Vedremo, domenica sera si comincia appunto con l'Abruzzo.

  

Intanto l'Italia sta entrando in una crisi produttiva ancora più grave di quanto si attendesse e ancora più pervasiva di una recessione, come dire, normale. Domani manifestano sindacati e forze produttive assieme. Un tono nuovo, simile a quello della piazza torinese pro Tav.

 

Landini, Cgil, ha anche piazzato la battuta giusta per stanare le stramberie del Di Maio gallico.

 

Insomma le cose economiche vanno proprio male. L'Istat diffonde non solo un dato molto preoccupante sulla produzione industriale ma anche le informazioni sugli indici che anticipano l'andamento futuro e quel divincolarsi tra recessione e stagnazione, mostrato anche nelle previsioni della Commissione europea, diventa una realtà evidente sotto i nostri occhi. Sono due documenti separati, se avete un attimo leggeteli, il primo contiene il rilevamento della produzione industriale in calo e il secondo la congiuntura più aggiornata possibile e che indica, appunto, debolezza.

  

E' un po' noioso e ripetitivo ma sempre un occhietto allo spread datelo, si è risvegliato ed è nervoso.

 

Però è cominciata la demolizione del Ponte sul Polcevera (qualcuno diceva che si potevano lasciare i tronconi e ricostruire in tempi molto più brevi, ma non è stato ascoltato, e chissà che non cerchi la via del Tar). L'operazione esalta Toninelli, che parla a questo proposito di rinascita di Genova e la premonizione di punizioni per i responsabili del crollo (ma fuori dall'oratoria c'è il lavoro silenzioso della procura e si consiglia di aspettarne i risultati), si infiamma invece per ragioni più concrete il leghista Rixi, che vede nella auspicata ricostruzione veloce la prova di una volontà di fare, di realizzare.

 

Ma Genova vorrebbe anche la Tav e non solo il ripristino della mobilità urbana. Lì i guai governativi crescono e anche il nervosismo. Il Foglio sul tema schiera un fantastico Stefanini che si annuncia come rapper ma sembra stare più dalle parti della ballata, in ogni caso con ottimi risultati. Mentre sul fronte 5 stelle scende in campo un Grillo più onirico del solito, per provare a dare una mano ai suoi. Intanto Salvini continua a chiedere, legittimamente, di vedere anche lui il famoso studio sui costi e benefici. Mentre l'Europa preme perché l'italia decida e Toninelli boccia il progetto in autonomia, dicendo che però ha fatto fare l'ABC perché lui è un signore per bene.

 

Forza principessa!