Ophelia (1851 – 1852) – Dipinto di John Everett Millais

La genetica del dolore

Le espressioni della sofferenza umana in un libro-reportage sulle emozioni

Valentina Berengo

"La verità che ci riguarda", l'ultima pubblicazione di Alice Urciolo, scrittrice e autrice di Skam Italia su Netflix, è un romanzo a tre dimensioni: fisica, psicologica e collettiva. Tra i temi c'è anche e soprattutto l'anoressia, ma anche la famiglia, la religione, la dimensione spirituale e l'abbandono

"È impossibile guarire da una cosa che non riconosci come una malattia" confessa al giudice un personaggio collaterale de "La verità che ci riguarda" di Alice Urciuolo (66thand2nd, 2023), scrittrice conosciuta per la nomination in dozzina allo Strega del suo esordio, "Adorazione", e per essere una delle autrici di Skam Italia di Netflix. "Adesso sapeva" aggiunge subito dopo la voce narrante, Milena, aprendo quindi la sua propria, di confessione, "che quanto era successo a lei [stessa] era la storia, ogni volta diversa, ogni volta uguale, di tutte le persone cadute in una qualche forma di dipendenza".
 

Nel romanzo sono tre le dimensioni di alterazione della capacità di decidere a essere raccontate e in ciascuna la volontà sembra solo acuirsi quando invece è assuefatta a un bisogno e, di contro, cede. Una prima, fisica, è fortemente privata: Milena è anoressica; una seconda allarga lo spazio all’altro: Milena instaura quella che oggi gli psicologi chiamano una “relazione tossica”; infine la terza agisce sul piano collettivo: sua madre lascia la famiglia, abbandonando marito e figlia, per unirsi alla Chiesa della Verità, una vera e propria setta.
 

Urciuolo non sfuma e non ricama: racconta, come a fare un reportage di fatti ed emozioni, in cui la parola non cerca se stessa, ma l’infilata di azioni compiute e in potenza che hanno reso ogni volta inevitabile una sola delle infinite scelte possibili, quella che tiene chi la compie imprigionato lì dov’è. Ad annodare i fili di queste esperienze, diverse eppure eguali, è il senso di colpa per non essere bastevoli a se stessi: “Al centro di quel dolore, di quell’odio e di quel disprezzo” che ciascuno prova per sé, c’è “sentire ancora un vuoto”.  E allora Milena s’innamora di Emanuele, che la lascia per un’altra e poi torna, le scarica la responsabilità, scompare di nuovo e poi l’irretisce ancora una volta, ad libitum; sua madre vuole solo “riguadagnare l’amore di Tiziano e la sua comunità. Doveva dimostrare di essere all’altezza”, con quello stesso illusorio controllo di Milena che le fa fare “i calcoli: se 100g di biscotti avevano 392kcal e nel pacco c’erano 32 biscotti, e il peso netto di tutto quanto era 500g, allora 500 diviso 32 faceva 15,6g a biscotto, e 100g stava a 392kcal come 15,6g stava a 61kcal, 61 calorie a biscotto”.
 

Ma poi irrompe l’istinto di sopravvivenza: nella pancia, ritenuta sterile, di Milena s’annida una vita potenziale; al processo contro Tiziano e la sua setta si presenta a testimoniare contro, inaspettatamente, chi avrebbe dovuto sostenerlo; Emanuele da carnefice si ritrova vittima senza accorgersene. “L’espressione genetica [dei dolori dei nostri antenati] è stata trasmessa a noi quando eravamo un ovulo nella pancia di nostra madre, che a sua volta si trovava nella pancia di nostra nonna. Il segno era inciso nei nostri corpi […] fino a quando qualcuno, guarendo la propria ferita, non avesse spezzato il ciclo”. Urciuolo disvela, qui, come germoglia il seme della metamorfosi.

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