(foto Ansa)

memorie

Archivio Basaglia. Documenti e storie di una rivoluzione sociale. Porte aperte da oggi a Venezia

Giacomo Giossi

Sarà inaugurata presso l'Istituto veneto di Scienze, lettere e arti. Attraverso materiali sia privati che pubblici si ripercorre la storia del Novecento italiano, fulco della svolta psichiatrica

A un anno dal centenario di Franco Basaglia che si terrà nel 2024, a Venezia, sua città natale, viene ricollocato nel cuore della città storica, a campo Santo Stefano, presso l’’Istituto veneto di Scienze, lettere e arti, l’Archivio Franco Basaglia e Franca Ongaro Basaglia. Si tratta di uno dei più rilevanti archivi della storia del Novecento italiano, vero e proprio fulcro di quella rivoluzione psichiatrica che fu anche culturale e sociale. Il cui sigillo fu la nota legge 180 detta anche “legge Basaglia”. La 180  venne varata dal governo Andreotti il 13 maggio del 1978 in una situazione di drammatica emergenza nazionale coincidente con il rapimento e la morte di Aldo Moro e rappresenta con l’insieme delle leggi che riformarono il sistema sanitario nazionale, un’orfana del mancato compromesso storico così fortemente voluto proprio da Moro. Firmata dal deputato democristiano Bruno Orsini, la legge fu il frutto di un dialogo serrato sia con la società civile che aveva nel professore Franco Basaglia e nella corrente di Psichiatria democratica un punto di riferimento avanzato per le innovazioni messe in campo negli anni, sia con le opposizioni politiche rappresentate dal deputato comunista Giovanni Berlinguer, riformatore del Sistema sanitario nazionale. Basaglia diviene così un riferimento internazionale della possibilità di riformare  la psichiatria a partire dalla definizione del concetto di salute mentale territorializzata. L’archivio, attraverso documenti sia privati che pubblici, rappresenta pienamente il percorso esistenziale e intellettuale dei Basaglia, dagli anni del Dopoguerra fino agli anni 2000. Fondamentale in questo percorso è la presenza della moglie Franca Ongaro, vera e propria compagna di viaggio di Franco. E’ infatti nella coppia che prenderanno corpo, tramite un confronto serrato, testi fondamentali come, Che cos’è la psichiatria? (1967) L’istituzione negata (1968), e Crimini di pace (1975). Un dialogo serrato che vedrà entrambi in prima linea a partire dal primo incontro con la realtà istituzionale psichiatrica a Gorizia nel 1958, fino all’arrivo nel 1971 a Trieste dove prenderà pienamente forma quel laboratorio sociale e culturale di cura che diverrà uno degli esempi più virtuosi al mondo di gestione della salute mentale. Un percorso non privo di rischi e incertezze che vede i Basaglia confrontarsi strenuamente con la società, dalle figure eminenti della cultura del tempo come Jean-Paul Sartre o Ivan Illich, fino ai movimenti giovanili radicali più o meno insensati del 1968, compresa un’idea balzana di antipsichiatria da cui Basaglia si terrà sempre ben lontano, contrastandone sempre l’inconsistenza teorica e pratica. L’Archivio Basaglia apre così le sue porte oggi con una giornata di incontri dal titolo “La libertà necessaria”, durante la quale gli eredi, la psicologa Alberta Basaglia e i nipoti di Franco e Franca Basaglia, illustreranno i progetti in corso e quelli futuri insieme a Devora Kestel, direttrice del dipartimento di salute mentale dell’Oms, a Giovanna Del Giudice, psichiatra già al fianco di Basaglia negli anni triestini e oggi riferimento di Confbasaglia, all’antropologo Fabio Mugnaini e all’archivista Leonardo Musci a cui si deve buona parte della riorganizzazione dell’archivio. Sarà anche l’occasione per la messa online del sito dell’archivio archiviobasaglia.com) e per la proiezione di alcuni materiali video d’archivio presso Isola Edipo durante i giorni del Festival del cinema, in una logica di apertura e dialogo continui che rappresentano una delle basi fondanti del pensiero oggi quanto mai necessario di Franco e Franca Basaglia.

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