Così Moni Ovadia rilancia la propagandista antisemita contro Zelensky

Luciano Capone

Durante lo spettacolo di Michele Santoro l'attore ebreo elogia le tesi della giornalista Lara Logan, ora attivista dell'alt right americana, cacciata da Fox News dopo aver paragonato Fauci a Mengele che definisce gli ucraini nazisti ed elogia Putin: "L’uomo che si oppone al Nuovo Ordine Mondiale”

L’uso dell’antisemitismo per accusare gli ucraini di essere nazisti, attraverso quello che la coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo Milena Santerini proprio sul Foglio ha definito “il capovolgimento dei fatti”, è preoccupante e sempre più paradossale. Dopo il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che per giustificare la “denazificazione” in Ucraina è arrivato a sostenere che come Zelensky “anche Hitler aveva origini ebraiche”, argomentazioni analoghe per addossare la colpa alle vittime sono state usate anche nella serata “Pace proibita”, organizzata da Michele Santoro. Con il paradosso che a farlo è stato un ebreo come Moni Ovadia.

 

“Trafficando in rete ho scoperto – dice Ovadia aprendo il suo intervento – una giornalista statunitense, si chiama Lara Logan. Ha fatto interviste e dichiarazioni definite bombe di verità cadute sulla Casa Bianca”. La tesi rilanciata da Ovadia è che l’Ucraina sia piena di nazisti, quelli del famigerato Battaglione Azov, autori di efferati crimini nel Donbas: “Questo è il motivo per cui la Crimea ha voluto stare con la Russia”. Prosegue dicendo che questi sono “i discendenti dei nazisti ucraini che collaborarono con le SS” e svela che dietro c’è una lunga storia di finanziamenti degli Stati Uniti e della Cia. Ovadia sminuisce le parole di Lavrov su Hitler ebreo e dice che oggi il vero problema in Europa è il nazismo dilagante in Ucraina: “Questa non è una giornalsita della Pravda – dice Ovadia –. Lara Logan è un esempio di quello che è il giornalismo anglosassone mentre i nostri non sono più giornalisti: sono velinari su ordine del governo degli Usa”. Cosa c’è di paradossale?

 

Moni Ovadia usa come fonte autorevole una cospirazionista autrice di diverse uscite antisemite, tanto gravi da costringere persino Fox News, la tv della destra trumpiana a metterla alla porta. La Logan, che è una No vax, ha detto che “Tony Fauci non rappresenta la scienza ma Josef Mengele, il medico nazista che faceva esperimenti sugli ebrei nei campi di concentramento”. Una frase che ha provocato la sdegnata reazione dell’Auschwitz Memorial: “Sfruttare la tragedia delle persone che sono diventate vittime di esperimenti criminali pseudomedici ad Auschwitz in un dibattito sui vaccini è vergognoso”. Logan ha detto anche che Charles Darwin sarebbe stato assunto dai Rothschild, un altro grande classico dell’antisemitismo, per inventarsi la teoria dell’evoluzione.

 

Ma, soprattutto, ha diffuso sulla guerra in Ucraina le tesi cospirazioniste del Cremlino e per questo è stata spesso rilanciata dai canali ufficiali russi come esempio di corretta informazione. La giornalista che piace a Ovadia di Zelensky dice è un pupazzo della Cia che si dedica a pratiche “sataniche e occulte”. Difende l’“operazione speciale” russa, elogia il Cremlino per aver scoperto “biolaboratori” segreti del figlio di Biden (un’altra teoria complottista) e descrive Putin come “l’uomo che si frappone tra noi e il Nuovo Ordine Mondiale”.

 

E così Ovadia chez Santoro arriva ad accusare l’ebreo Zelensky di essere filonazista sulla base delle tesi di un’antisemita e definisce i giornalisti italiani “velinari del governo degli Usa” mentre lui si beve le follie di una giornalista che rilancia la propaganda del Cremlino. Il capovolgimento dei fatti e delle parole: come colpevolizzare gli ucraini vittime di un massacro durante una manifestazione per la “pace”.

 

  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali