AP Photo/Ted Shaffrey

Pulizia storica

La cancel culture ha abbattuto anche Thomas Jefferson

Michele Magno

La furia cieca del pol. corr. non risparmia nemmeno uno dei padri fondatori degli Stati Uniti: colpevole di schiavismo (e chi non lo era, nel Settecento?), dunque da sostituire con l'inoppugnabile Toro Seduto

Al direttore - Con un voto del Consiglio comunale, la statua di Thomas Jefferson è stata rimossa dalla New York City Hall per il passato schiavista del terzo presidente degli Stati Uniti, considerato uno dei suoi padri fondatori. È già iniziata la raccolta di firme per sostituirla con una scultura di Tatanka Yotanka (Toro Seduto).
Michele Magno
 

L’immagine della statua di Jefferson, uno degli autori della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America, abbattuta nell’indifferenza generale è certamente un segno dei tempi e ci dice molto su quali possano essere i nuovi pericolosi confini della cancel culture. Ma accanto alle notizie inquietanti, come queste, ce ne sono anche alcune incoraggianti, come quelle che arrivano dalle nomination dei Grammy Awards 2022. E la sorpresa è interessante e persino confortante: tra i nominati ai Grammy ci sono, tra gli altri, artisti che la polizia del pensiero, per varie ragioni, ha cercato di cancellare. Artisti come Dave Chappelle (per lo speciale Netflix “8:46”), Louis CK (per “Sincerely Louis CK”), Marilyn Manson (per il suo contributo all’album “Donda” di Kanye West) e DaBaby (per il suo contributo a “Justice” di Justin Bieber). Se la colonna sonora dei Grammy fosse cancellare la cancel culture, tanto di cappello.

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