dall'archivio

Cinquanta anni fa il Nobel per la letteratura a Alexander Solgenitsin

Lo scrittore ricevette il premio “per la forza etica con la quale ha proseguito l'indispensabile tradizione della letteratura russa”. I suoi romanzi riuscirono a far luce su ciò che è fu davvero lo stalinismo

L'8 ottobre del 1970 l'Accademia di Svezia attribuiva il Premio Nobel per la Letteratura a Alexander Solgenitsin “per la forza etica con la quale ha proseguito l'indispensabile tradizione della letteratura russa”.

 

Il suo capolavoro, Arcipelago Gulag, riuscì a demolire ogni rimanente rivendicazione di credibilità etica ancora prodotta dai difensori del regime comunista di cui era stato testimone.

 

Nel 1974 Solgenitsin fu espulso dall’Unione sovietica e privato della sua cittadinanza. Riuscì a tornarci solo nel 1994, dopo la caduta dell'Unione Sovietica nelle sue terre.

 

Ma chi era Alexander Solgenitsin? Abbiamo raccolto un po' di materiale che abbiamo scritto in questi anni:

 

Qui raccontavamo perché ‘Arcipelago Gulag’ ha avuto un ruolo primario nel mettere in ginocchio l’impero sovietico.

 

Qui Giulio Meotti racconta come “Arcipelago Gulag”, fu una terapia d’urto che cambiò il modo di pensare e di vedere di milioni di europei. Ma coloro che insegnavano come si doveva pensare ce la misero tutta per attaccare Solgenitsin.

Nel "Primo cerchio" Solgenitsin raccontò l'Unione sovietica di Stalin, un paese stretto dalla paura, “la paura sorta in lunghi anni di subordinazione era così enorme che nessuno di loro, né prima né dopo, aveva avuto abbastanza coraggio da farsi valere davanti ai superiori”, i delatori sono ovunque e il minimo gesto o frase possono costare la vita e la libertà". Qui potete trovare la prefazione al romanzo scritta da Anna Zafesova.

 

Per Edoardo Rialti "in tutta l’opera di Solgenitsin, l’immagine del cerchio, ben più che una metafora, costituisce l’espressione d’una condizione effettiva, perenne, tanto invisibile quanto concreta".