Orwell, Huxley o il russo Zamyatin. In quale mondo stiamo vivendo?

Niall Ferguson analizza un genere letterario tornato di moda. Per scoprire che era fantascienza, e oggi è una triste realtà

"In quale distopia stiamo vivendo?", si chiede Niall Ferguson sul Sunday Times. “La maggior parte delle persone istruite ha letto ‘1984’ di Orwell e ‘Il Mondo Nuovo’ di Aldous Huxley, che hanno avuto un’influenza profonda sulla nostra società. Se temi di consegnare la tua libertà a uno stato brutalmente repressivo, allora pensi a George. Se invece credi nel trionfo della cultura del consumo, in cui i bambini sono fatti in provetta, allora citi Aldous".

 

"Il romanzo di fantascienza ‘Noi’ scritto da Yevgeny Zamyatin nel 1920-1921 è un’opera superiore alle altre due. E’ stato scritto nei primi anni di governo bolscevico, ed è incredibilmente lungimirante. Nello ‘Stato unico’ gli individui sono semplicemente delle ‘cifre in codice’ che indossano delle divise. Gli appartamenti sono costruiti interamente col vetro e gli inquilini possono alzare le serrande solo quando fanno sesso, e anche questo deve essere autorizzato dallo stato. La polizia segreta, chiamata la Direzione dei Guardiani, è pervasiva. A differenza della Gran Bretagna sovietica di Orwell, dove esistono dei modi per sfuggire alle telecamere, la sorveglianza nello Stato unico è incessante e non offre alcuna via di scampo. A differenza dell’utopia di Huxley, il piacere diventa un obbligo noioso. Il personaggio principale di ‘Noi’, D-503, è un matematico e ingegnere che lavora alla costruzione di una navicella spaziale, l’Integrale, ed è tormentato dal sospetto che non tutta la vita umana possa essere ridotta a una formula matematica. La sua vita prende una piega inaspettata quando conosce una femme fatale, I-330, che gli fa conoscere i piaceri proibiti dell’alcol, del tabacco e del sesso spontaneo. Dinanzi a una rivolta guidata da I-330 – che minaccia di distruggere il Muro verde che separa lo Stato unico dal mondo naturale nascosto – il Benefattore ordina la lobotomia di massa di tutte le cifre".

"L’unico modo per preservare la felicità universale, sostiene, è abolire l’immaginazione. ‘Cos’è che le persone hanno voluto, ciò per cui hanno pregato, sognato, e agonizzato fin dalla nascita?’, il Benefattore chiede a D-503. ‘Hanno voluto che qualcuno, chiunque, gli dicesse una volta e per tutte cosa fosse la felicità – e poi li incatenasse a quella felicità’. Zamyatin merita almeno la stessa fama di Orwell e Huxley per avere previsto lo stato onnipresente che Stalin avrebbe costruito dalle rovine dell’Impero russo (la natura dello stato totalitario era fin troppo chiara ai tempi in cui scriveva Orwell). Ho trascorso gran parte della mia carriera a immaginare un futuro possibile applicando le lezioni della storia al presente. Quest’anno ho sperimentato un approccio diverso, ho preso spunto dalla fantascienza. Amavo questo genere letterario da bambino ma mi sono arreso ai tempi dell’università, credendo che non fosse abbastanza serio. In realtà è tra i generi più illuminanti".

 

"Da H.G. Wells a Margaret Atwood, centinaia di menti brillanti hanno visto nella sfera di cristallo immaginando le possibili conseguenze delle grandi catastrofi e delle nuove tecnologie. Studiare il passato ci aiuta a capire i modi in cui la storia può ripetersi, ma abbiamo bisogno della fantascienza per capire le novità che ci riserva il futuro. Zamyatin, Huxley e Orwell erano essenzialmente d’accordo che il potere statale sarebbe cresciuto inesorabilmente. L’unica incognita, Huxley ha scritto ad Orwell dopo avere letto ‘1984’ nel 1949, è quanto sarà brutalmente coercitivo lo stato del futuro. ‘La filosofia della minoranza al potere in 1984 è un sadismo portato al suo logico compimento’, ha scritto Huxley (che tra l’altro era stato un professore di Orwell a Eton molti anni prima). “Nella prossima generazione credo che i governanti scopriranno che l’ipnosi di massa è per loro uno strumento più efficiente dei club e delle prigioni, e che possono soddisfare la loro brama di potere convincendo il popolo ad amare la propria servitù anziché usare la forza per costringerli all’obbedienza”.

 

"Riflettendo sul mondo nel 2019, resto colpito dalla saggezza di queste parole. Nella Cina di Xi Jinping vediamo un Totalitarismo 2.0. La repressione violenta resta una possibilità, certo, ma è sempre meno necessaria grazie all’espansione del sistema che raggruppa i dati digitali dei cittadini. ‘Il sistema legale e politico del futuro è inseparabile da internet, è inseparabile dal big data’, il fondatore di Alibaba, Jack Ma, ha detto a una commissione del Partito comunista. ‘Nel futuro – ha aggiunto – i cattivi non riusciranno nemmeno a camminare in piazza’. Esempio: alcune aule scolastiche in Cina usano delle telecamere e dei rilevatori del cervello per misurare la concentrazione degli studenti. Se amate la libertà umana, l’unica consolazione è che gli stati democratici sembrano meno in grado di fare queste cose anche se temo che questo sia dovuto alla loro incompetenza e non alla separazione dei poteri, lo stato di diritto o lo spirito di libertà”.

 

Ferguson aggiunge che dovremmo temere le derive totalitarie dei giganti del tech anche se l’uso della tecnologia finalizzato a fare soldi appare meno pericoloso rispetto a quello dei governi. Nelle ultime settimane WeWork, una startup che affitta uffici condivisi e il cui capitale era stimato attorno ai 48 miliardi di dollari, si è rifiutata di vendere le proprie azione sul mercato ed è stata dichiarata “senza valore” da Larry Ellison, fondatore del gigante tech Oracle.

 

“Il fondatore israeliano capellone di WeWork, Adam Neumann, ha detto una volta che la missione della sua compagnia era quella di ‘elevare le coscienze del mondo’ e che ‘l’energia del ‘noi’ è più grande dell’io’. Già, l’energia del ‘noi’ – conclude Ferguson – Posso immaginare il Benefattore di Zamyatin o il Mustapha Mond di Huxley che ripete questa frase ma Neumann si avvicina più a un personaggio di Douglas Adams. Possiamo essere destinati alla distopia, ma finché non verremo tutti lobotomizzati possiamo ancora combattere affinché il futuro sia più simile alla Guida alla Galassia di Hitchhiker che non a un inferno terrestre”.

(Traduzione di Gregorio Sorgi)

Di più su questi argomenti: