Guida al Salone del libro di Torino

Giulia Ciarapica

Si è aperta la fiera letteraria più famosa e più attesa. Ecco alcuni eventi da seguire. Selezionati sulla base delle cinque domande che fanno da filo conduttore a questa trentunesima edizione

Un giorno, tutto questo” recita il manifesto del Salone Internazionale del Libro di Torino 2018 disegnato da Manuele Fior, noto illustratore e autore di pluripremiate graphic novel.

Salone sì, Salone no, in Italia si legge poco, ci sono più scrittori che lettori, troppe fiere – dispersive – per un numero esiguo di #booklovers rispetto alla media europea. Eppure, alla fine, tra polemiche piccole e grandi, più grandi che piccole, siamo arrivati alla trentunesima edizione della fiera letteraria più famosa e più attesa.

 

Lo scorso anno il Salone aveva concluso la sua corsa con un totale di quasi 169mila visitatori ed oltre 25mila iniziative sparse per la città (Salone al Lingotto Fiere e Salone OFF). Questo, ci fanno sapere dal team diretto da Nicola La Gioia, probabilmente sarà l’anno con il maggior numero di editori in assoluto. Vedremo.

 

Nel frattempo ci dedichiamo al tema e alle domande che il Salone propone al lettore: “un giorno, tutto questo” … cosa diventerà? Che ne sarà del Mondo? Chi ci sarà? Come conserveremo “tutto questo”, se riusciremo a conservarlo? Il tema centrale, insomma, ruota attorno a Noi, alle diverse realtà che ci circondano e con cui quotidianamente abbiamo a che fare; una riflessione sul presente, uno sguardo al passato, ma soprattutto un occhio al futuro. Ecco, dunque, le cinque famose domande (di cui ha scritto qui Maurizio Crippa) a cui abbiamo abbinato alcuni eventi da seguire – selezionati appositamente per i temi proposti.

 

Chi voglio essere? La prima domanda, che si focalizza sulla nostra identità in continua – e dubbiosa – evoluzione, ci porta dritti all’evento di sabato 12 maggio, ore 18.30, Spazio Autori: “Vita di Nellie Bly, a free american girl”. Con Nicola Attadio, Marta Fana e Vanessa Roghi, si parlerà di Elizabeth Cochran, in arte Nellie Bly, prima giornalista d’inchiesta di fine Ottocento. Nellie, che prima di approdare al New York World si firmava “la piccola bambina orfana”, sapeva bene chi era e soprattutto che cosa voleva: diventare giornalista. In un’America di fine secolo in cui le donne faticavano a trovare lavoro anche come semplici operaie, Nellie Bly, con tenacia, estrema caparbietà, sfacciataggine e un grande talento per la notizia, divenne la donna più famosa d’America, raggiunse il suo scopo bussando alla porta di Pulitzer e fece il giro del mondo in meno di ottanta giorni.

 

Perché mi serve un nemico? Con la seconda domanda ci addentriamo in un territorio nefasto ma obbligato: abbiamo bisogno di un nemico per poter sperare di non averne? E soprattutto, i confini ci proteggono o ci impediscono di cooperare? In realtà, per questo tema, abbiamo selezionato due eventi che rispondono più ad un’esigenza interiore e che guardano al mondo in senso lato, anche e grazie agli occhi della cultura. Il primo evento si terrà domenica 13 maggio, alle ore 14.30, nello Spazio Incontri: “La cultura ci rende umani. Movimenti, diversità e scambi”. Con Adriano Favole e Francesco Remotti si parlerà di Cultura, che forse non ci salva dai nostri nemici – interiori ed esteriori – ma probabilmente ci aiuta a focalizzarli, perché rapportarsi ad essa significa soprattutto tendere alla costruzione di persone più libere e società più sostenibili. Il secondo evento, invece, si terrà sabato 12 maggio, alle ore 14.30, nella Sala Blu: “Una fratellanza inquieta: donne e uomini di oggi”. Un incontro con Annalena Benini, Nadia Fusini e Umberto Galimberti per parlare dei più grandi nemici della storia, uomini e donne: chi sono, qual è il loro rapporto oggi, come si sono evoluti, nel tempo, le loro inquietudini e i loro tormenti.

 

A chi appartiene il mondo? La terza domanda pone una questione “futura”: di chi sarà il Mondo fra cent’anni? Noi rispondiamo con un evento che si terrà sabato 12 maggio, ore 18.30, in Sala Professionali: “L’età della frammentazione. Cultura del libro e scuola digitale”. Perché se è vero che il futuro è, ovviamente, in mano alle nuove generazioni e che bisogna investire nella scuola e nelle risorse digitali, allora è giusto chiedersi: “le nuove generazioni sapranno costruire l’età delle cattedrali, fatta di contenuti digitali complessi”? Ne parlano Maurizio Ferraris, Alessandro Laterza, Gino Roncaglia e Marino Sinibaldi.

 

Dove mi portano spiritualità e scienza? Per il quarto quesito non potevamo non scegliere l’evento che si terrà sabato 12 maggio, alle ore 13.30, nello Spazio Duecento: “Perché fidarsi della scienza, sempre”. Il famoso virologo Roberto Burioni e Michele Dalai spiegheranno come e perché, quando si parla di scienza, la voce di chi ha studiato e sottoposto ad un severa e rigorosa procedura di verifiche la propria tesi, può esprimere opinioni attendibili.

 

Che cosa voglio dall’arte: libertà o rivoluzione? Per l’ultima domanda abbiamo selezionato due eventi che rispondono al quesito da due prospettive differenti ma complementari: il digitale e l’analogico. Il primo evento si terrà venerdì 11 maggio, alle ore 17.15, in Sala Professionali: “Tra la carta e Instagram, andata e ritorno”. Petunia Ollister e Federico Sacchi parleranno dei #bookbreakfast, questa nuova forma d’arte sviluppatasi su Instagram; mentre domenica 13 maggio, alle ore 15.30, in Sala Blu Annalena Benini e Alessandro Piperno parleranno di “La scrittura o la vita”: la forma artistica per eccellenza, forse, è proprio la scrittura, e cosa ci si aspetta da essa? Cos’è la vocazione di uno scrittore? E come si alimenta? La scrittura. E la vita, anche la nostra.