Germaine Greer

L'amore che Germaine Greer dichiarò a Martin Amis, in un quaderno

Annalena Benini
“Il desiderio di te mi rende disarmata”. Lei era innamorata di lui, era all’aeroporto di Heathrow, in attesa di partire per Boston, l’inizio di un tour di conferenze negli Stati Uniti e in Canada, aveva aperto un quaderno e cominciato a scrivere al suo amante. Aveva ripreso in mano quel quaderno molte volte, poi, e ogni volta aggiunto qualcosa.

Nel 2013 Germaine Greer, importante scrittrice femminista australiana, ha venduto l’archivio di cose scritte in un’intera vita all’Università di Melbourne, che ha trasportato ogni foglio, ogni lettera, ogni diario dall’Inghilterra all’Australia. Germaine si è liberata di tutto, ha dichiarato di voler donare ogni dollaro in beneficenza e non ci ha pensato più. Ci sono molte cose dentro i diari, gli appunti, le evoluzioni di un pensiero, i cambiamenti, c’è molto passato che in un momento preciso è stato scintillante e ha occupato le notti e i giorni, un’ossessione perfino: viviamo un amore, o un’idea, e siamo sicuri che non ci uscirà mai più dalla testa. Poi ritroviamo parole scritte a cui non riusciamo a dare un significato o una faccia. Una giornalista e studiosa che ha cominciato a fare ricerche nell’archivio di Germaine Greer ha scoperto una lunghissima lettera d’amore per Martin Amis, lo scrittore inglese: scritta nel 1976, lunghissima, trentamila parole, un intero diario, mai spedita, mai consegnata.

 

Nel 1976 Germaine Greer aveva trentasette anni, aveva già pubblicato “L’eunuco femmina”, era molto famosa, Martin Amis era al suo secondo romanzo ed era giornalista al New Statesman, aveva ventisei anni e una vita disordinata e anche divertente. Lei era innamorata di lui, era all’aeroporto di Heathrow, in attesa di partire per Boston, l’inizio di un tour di conferenze negli Stati Uniti e in Canada, aveva aperto un quaderno e cominciato a scrivere al suo amante. Aveva ripreso in mano quel quaderno molte volte, poi, e ogni volta aggiunto qualcosa: esaltazione, sconforto, diario di viaggio, critica letteraria, struggimento amoroso, e infine probabilmente aveva deciso di tenere quelle parole soltanto per sé. Quarant’anni dopo quelle parole verranno pubblicate sulla rivista australiana Meanjin il prossimo dicembre, perché secondo l’accademica che le ha scoperte “fanno luce su Germaine Greer e su che cosa significava essere vivi in quel momento, e al centro di cambiamenti”.

 

[**Video_box_2**]In realtà una lettera d’amore fa luce più che altro sull’amore, sul desiderio per quella persona, sulla debolezza perfino: era il pensiero privato, a volte disperato, di una giovane donna sull’uomo che in quel momento amava, e che era fidanzato con un’altra scrittrice, Julie Kavanagh, così come Germaine aveva un fidanzato americano. Era il loro momento storico, ma personale e segreto (Germaine Greer non è citata nelle memorie di Martin Amis), e lei gli scriveva piena di tenerezza: “Mi stupisce che con quei capelli color tabacco e quelle ciglia nere aggrovigliate tu non abbia gli occhi marroni. I tuoi occhi…sono colorati, una specie di forza blu e grigia, e stranamente senza riflessi”. A lei piaceva il modo che lui aveva di guardare le persone, “è molto timido e grazioso e attraente, e tu lo sai”. Lo amava, ma diventava sempre più triste, anche arrabbiata per la vita troppo complicata di Martin Amis: “Mi rende disarmata il desiderio di te”. Le batteva forte il cuore, scrive, e sentiva che erano tutti e due nei guai, e che quella lettera, in fondo, non poteva servire a niente. Se anche lui l’amava con lo stesso trasporto e senso di impossibilità non si saprà mai (Martin Amis ha ovviamente rifiutato di commentare), e nemmeno se Germaine Greer era consapevole di vendere, insieme agli appunti, segrete lettere d’amore a un uomo che la fece soffrire. Forse quarant’anni fa, in un momento d’ira, Germaine aveva pensato di raccontare tutto, l’aveva perfino minacciato. Ma anche i dolori si dimenticano, e poi ricompaiono, a tradimento, quando è troppo tardi.

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.