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Da Expo alla periferia di Milano. Così il padiglione di Coca-Cola è diventato un campo da basket

Paola Bulbarelli

La struttura era stata studiata e realizzata fin dall’inizio dall’architetto Giampiero Peia in vista di un possibile riutilizzo una volta terminata l’Esposizione Universale

Sei camion carichi di legno sono partiti dal sito di Expo per arrivare nel quartiere di Famagosta, periferia sud di Milano. Quel legno (più vetro e acqua), per sei mesi, rappresentava la struttura della Coca-Cola, un parallelepipedo di 35 x 20 metri circa, alto 12, 1000 metri quadri di superficie complessiva (dimensioni perfette per un edificio polisportivo), e uno dei padiglioni più gettonati  con oltre 400 mila visitatori. Quello stesso legno, smontato e rimontato, nel parco Robinson vive una seconda vita trasformandosi in un campo da basket.

 

Il padiglione, studiato e realizzato in maniera totalmente ecosostenibile con materiali di recupero, pensato fin dall’inizio dall’architetto Giampiero Peia in vista di un possibile riutilizzo una volta terminata l’Esposizione Universale, è oggi un playground al coperto unico nel suo genere, sempre accessibile a tutti per giocare e allenarsi. Non è solo un campo da gioco, ma uno “spazio di inclusione", sottolinea Cristina Camilli, Responsabile Relazioni Istituzionali di Coca-Cola Italia. “Con questo progetto Coca-Cola ha dato il via a un modello circolare socio-economico diventato un esempio concreto della collaborazione fra industria, istituzioni e associazioni”.

 

Attraverso il contributo non condizionato da parte della The Coca-Cola Foundation, lo strumento principale attraverso cui il gruppo opera in ambito filantropico per realizzare e sostenere nel mondo molti progetti e iniziative, si è potuto offrire ai cittadini milanesi l’opportunità di trasformare un padiglione in spazio multifunzionale a disposizione della collettività.

 

Dal prossimo 13 maggio fino alla fine dell’anno, la struttura ospiterà un fitto calendario di attività e iniziative sociali, culturali e di intrattenimento grazie a ParkMI, un progetto ideato da Csi e Acli. In questo modo si è costituito un modello di collaborazione con il Comune per la valorizzazione delle zone periferiche. Un modo per festeggiare i 90 anni di Coca-Cola in Italia, importata nel nostro paese per la prima volta nel 1927 e che ora rappresenta una realtà di primo piano in termini di risorse generate nel sistema economico italiano e contribuisce a creare occupazione partecipando attivamente allo sviluppo del Paese.

Secondo quanto emerge dalla ricerca commissionata da Coca-Cola HBC Italia e realizzata da SDA Bocconi School of Management, Coca-Cola nel 2015 ha generato 813 milioni di euro di risorse (lo 0,05 per cento del pil), e 389 milioni di euro di entrate per lo Stato con la vendita dei suoi prodotti (lo 0,2 per cento delle imposte totali sui prodotti versate in Italia). Sono 25.610 le persone a cui il gruppo dà lavoro nel nostro paese nei quattro impianti di produzione e imbottigliamento (impatto occupazionale diretto e indiretto, lo 0,11 per cento della forza lavoro), e 60.000 i cittadini che dipendono parzialmente o totalmente dai redditi di lavoro generati nel paese.

 

“In 90 anni di presenza in Italia – spiega Cristina Broch, Direttore Relazioni Istituzionali e Comunicazione di Coca-Cola Italia  l'azienda si è profondamente inserita nel suo tessuto economico e sociale, grazie a diverse iniziative a sostegno dello sviluppo del nostro Paese. Da tre generazioni l’azienda investe in Italia e rinnova, da Nord a Sud, il legame e l’affinità, non solo industriale, ma anche di supporto attivo alle grandi sfide e progetti del paese”.

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