Firenze, bomba contro libreria vicina a CasaPound: artificiere perde una mano (foto LaPresse)

Esiste un terrorismo minore?

Redazione

La bomba a Firenze e le volontà destabilizzanti. La politica agisca

L’attenzione giustamente riservata all’attentato di Istanbul ha un po’ oscurato la notizia della bomba esplosa a Firenze, che ha gravemente ferito un artificiere. Si tratta di un atto terroristico – per ora a Firenze si indaga per tentato omicidio, e non per terrorismo, ma è un eccesso di prudenza, diciamo – che deve essere preso sul serio e che propone qualche interrogativo. Il sistema di vigilanza e protezione messo in atto per Capodanno è stato violato dai criminali che hanno sistemato la bomba nell’intercapedine della cancellata di una libreria di destra (in un certo senso, lo stesso è accaduto a Palermo, dove un uomo ha sparato con un’arma da fuoco in piazza Ruggero Settimo, dove era in corso un concerto).

Naturalmente nessun meccanismo può essere perfetto, ma il fatto che si sia potuto realizzare un attentato anche durante una fase di particolare allarme resta preoccupante. L’area cui, a quanto pare, fanno riferimento gli attentatori, quella dell’anarchia insurrezionalista, ha già dato segnali di effervescenza e forse non ha subìto la necessaria reazione da parte delle forze dell’ordine, né da parte della politica. I segnali di turbamento dell’ordine democratico, a cominciare dall’aggressione subita dall’ex parlamentare Osvaldo Napoli, cominciano a inanellarsi, il che potrebbe incrinare il clima di sostanziale ordine che caratterizza l’Italia.

L’immediata visita a Firenze del ministro dell’Interno Marco Minniti e del capo della polizia Franco Gabrielli testimonia la consapevolezza della gravità dell’accaduto, e il pericolo che dia il via a una nuova spirale di violenza politica. Anche le autorità locali, che in Toscana hanno spesso tollerato e persino un po’ coccolato le espressioni della moderna anarchia, forse in considerazione dell’antico lignaggio novecentesco in quell’area, dovrebbero riflettere attentamente su questo atteggiamento. Se si sentono impuniti per i reati “minori” come le occupazioni tipiche dei cosiddetti centri sociali, gli anarchici, o una parte di loro, può sentirsi indotta a passare a forme più radicali e violente di contestazione.

Ma in una fase in cui la violenza politica internazionale ha assunto una dimensione incontrollabile, è possibile che si sviluppino fenomeni di emulazione pericolosi. Quindi, anche contro questo terrorismo “minore”, è necessario agire con tempestività e decisione.