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C'è un'emergenza vaccini ma il Senato dà spazio ad antroposofia e dintorni

Luciano Capone
Le origini culturali del calo della copertura vaccinale e il libro di Andrea Grinolio, docente di Storia della medicina alla Sapienza, “Chi ha paura dei vaccini?” che analizza i dati di alcune ricerche scientifiche sulle scuole steineriane.

Roma. Il ministero della Salute ha diffuso i dati sulle coperture vaccinali per il 2015 e le notizie sono tutt’altro che positive. Da qualche anno a questa parte si sta registrando un progressivo calo delle vaccinazioni “con il rischio di focolai epidemici di grosse dimensioni per malattie attualmente sotto controllo, e addirittura ricomparsa di malattie non più circolanti nel nostro Paese”. Rispetto a diverse patologie come ad esempio morbillo e rosolia siamo scesi ben al di sotto della soglia del 95 per cento, che garantisce la cosiddetta “immunità di gregge”, ovvero la protezione indiretta anche per i bambini che per specifici motivi di salute non si possono vaccinare. Se tutti (o quasi) sono vaccinati, i virus e i batteri non riescono a circolare e le malattie scompaiono.

 

Il calo delle coperture vaccinali, che mette a rischio la vita dei bambini, ha diverse cause. Da un lato i vaccini sono vittime del proprio successo: le vaccinazioni di massa hanno fatto scomparire diverse patologie prima molto diffuse e adesso, siccome queste malattie non sono più in circolazione, molti pensano che i vaccini siano inutili. Ma tante tragiche notizie, in paesi sviluppati e anche in Italia, purtroppo sono lì a ricordarci che non è saggio abbassare la guardia. Dall’altro lato la diffidenza rispetto ai vaccini dipende dalla diffusione di una tendenza culturale, molto più preoccupante e più ampia, che cerca soluzioni vagamente “naturistiche” in alternativa alla medicina. Si tratta di pratiche senza validità scientifica, basate su ipotesi non dimostrate e spesso non dimostrabili, che vengono definite “medicina alternativa”, ma che in realtà sono alternative alla “medicina tradizionale” come un costume da Superman lo è a un paracadute.

 

La moda culturale del pensiero antivaccinista e delle pseudomedicine “alternative” è talmente pervasiva che recentemente si è manifestata nelle massime istituzioni del paese, con la calendarizzazione al Senato nel giro di pochi giorni di un convegno sulle medicine”complementari e non convenzionali” e della proiezione di un documentario contro i vaccini (poi annullata). Naturalmente i fautori di pratiche pseudoscientifiche e a tratti bizzarre, come la “medicina omeopatica” e la “medicina antroposofica”, dicono di non riconoscersi nella tesi falsa del film sui presunti rapporti tra vaccini e autismo, inventata da un medico britannico condannato e radiato per frode.

 

Ma in realtà questi due mondi, quello antivaccinista e quello delle pseudomedicine, sono molto vicini e forse non è un caso che entrambi gli eventi siano stati organizzati da senatori eletti nel Movimento 5 stelle. La principali associazioni di medici omeopati, antroposofici e “alternativi” – Fiomi, Sima e Siomi – denunciano che “i danni prodotti dalle vaccinazioni sono sottostimati” e diverse ricerche mostrano come le maggiori resistenze alle vaccinazioni provengano da medici e genitori seguaci di correnti mediche alternative. Quali danni possano produrre queste teorie antiscientifiche lo ha descritto Andrea Grignolio, docente di Storia della medicina alla Sapienza, nel libro “Chi ha paura dei vaccini?” (Codice edizioni), analizzando i dati di alcune ricerche scientifiche sulle scuole steineriane. La pedagogia steineriana o Waldorf nasce dalle idee del pensatore austriaco Rudolf Steiner, fondatore anche della medicina antroposofica e dell’agricoltura biodinamica, basate sulla fusione di forze spirituali, flussi cosmici, poteri dei minerali ed energie naturali.

 

La medicina antroposofica, oltre a proporre terapie attraverso una specie di danza come l’euritmia e con il vischio per la cura del cancro, mostra sfiducia nei confronti di antibiotici, antipiretici e vaccini. E’ sulla base di questi principi che nelle scuole steineriane “si registrano i più bassi livelli di copertura vaccinale della cultura occidentale”, dice Grignolio. Nel Regno Unito nel 2000, in seguito all’esplosione di un’infezione di morbillo in una scuola steineriana, si scoprì che l’87 per cento non era vaccinato. Vere e proprie epidemie sono esplose in comunità antroposofiche in Olanda e Germania, portando tanti bambini incontro a gravi complicazioni e in alcuni casi alla morte per morbillo. Anche in America le scuole steineriane mostrano il più alto indice di rifiuto delle vaccinazioni, con una media superiore al 50 per cento, dieci volte superiore alle altre scuole pubbliche e private. Il calo delle vaccinazioni rischia di diventare un’emergenza sanitaria, ma è soprattutto un problema culturale.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali