Screenshot da Youtube

Dr Jeckyll e mr Hyde

Chi è il prof Luca Nivarra, quello del "Togliamo l'amicizia agli ebrei"

Maurizio Stefanini

Il docente all'Università di Palermo che invita a isolare sui social "anche gli ebrei 'buoni'", non è nuovo a questo tipo di provocazioni. Le posizioni filorusse e le critiche del rettore e della ministra Bernini

All'Università di Palermo c'è una specie di dottor Jeckyll e mister Hyde che risponde al nome di Luca Nivarra. Nelle vesti di dottor Jeckyll, è decano del Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Palermo, e autore di una quantità di testi scientifici veramente impressionante. Ma l'altra faccia, che sta facendo discutere in queste ore, è quella che mostra sui suoi profili social, nei quali chiede di "ritirare l'amicizia su FB ai vostri 'amici' ebrei, anche a quelli 'buoni'" al fine di "farli sentire soli, faccia a faccia con la mostruosità di cui sono complici". 

 

Ma torniamo al dottor Jekyll. Delle sue “Istituzioni di Diritto Privato”, risultano in vendita cinque edizioni. Del suo “Diritto Privato”, pure cinque. Altri suoi titoli riguardano “Il contratto e il fatto illecito. Struttura ed effetti”, “La tutela giurisdizionale dei diritti. Prolegomeni”, “Trattato del diritto privato. Introduzione al diritto privato. Le dottrine generali e le fonti del diritto privato”, “La responsabilità patrimoniale. Le garanzie reali”, “La responsabilità patrimoniale «sostenibile»”, “Giurisprudenza per principi e autonomia privata”, “I nuovi orizzonti della responsabilità contrattuale”, “Itinerari del diritto d'autore”, “Il mutuo”, “La disciplina della concorrenza: il monopolio. Art. 2597”, “Il contratto e il fatto illecito. Struttura ed effetti”, “I mobili confini del diritto privato”, “Il matrimonio civile. L'invalidità”, “Lineamenti di diritto delle obbligazioni”, “L'obbligo a contrarre e il mercato”.

“Internet e il diritto dei privati. Persona e proprietà intellettuale nelle reti telematiche” rivelano inoltre un lodevole interesse per l'impatto sul Diritto delle nuove tecnologie, mentre “Diritto privato e capitalismo. Regole giuridiche e paradigmi di mercato” e soprattutto “La grande illusione: Come nacque e come morì il marxismo giuridico in Italia” indicano che questa grande cultura scientifica è ancorata a un preciso retroterra ideologico. Componente della consulta giuridica della Cgil nazionale, indicato come in prima linea nella difesa dei diritti civili, nel 2012 fu candidato al consiglio comunale di Palermo nella lista che univa Rifondazione comunista e Verdi e che appoggiava il sindaco Leoluca Orlando. Pochi mesi dopo Claudio Fava lo aveva designato come assessore al Territorio qualora fosse divenuto presidente della Regione.

 

Insomma, il professor Nivarra è un dottor Jeckyll con una certa tendenza all'intemperanza da signor Hyde sui social. In particolare, su Facebook risulta un putiniano sfegatato. Il 22 febbraio 2022, a due giorni dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, scrive: "Dipingere Putin come un dittatore assetato di sangue, novello Hitler rispetto all'Austria o ai Sudeti, può anche alimentare l'idea di superiorità morale che nutre psicoticamente il discorso occidentale (lo stesso che ci ha regalato le armi di distruzione di massa e l'impiccagione in mondo visione di Sadam Hussein), ma alla fine procurerà più guasti che altro".

Ancora, 28 aprile 2022, due mesi dopo l'inizio della carneficina, scrive (refusi inclusi): "Non accadrà, ma se dovese accadere e vedessi Zelensky pendolare da una forca, stapperò una bottigllia come quando aveste visto impiccato Sadam Hussein, o Gheddafi trucidato in un buco". 

Il 15 giugno scorso: “Uno dei tanti cortocircuiti che l'attuale fase propone è che Putin, il reietto, si propone come mediatore nel conflitto irano-israeliano, incontrando il favore di USA e Cina. Possibile che vi sfugga il senso, o se preferite, la tendenza della fase che è il ritorno ad una politica di potenza con i grandi che richiamano all'ordine i piccoli e nel frattempo sistemano i loro affari, quelli per loro davvero importanti: Ucraina, Taiwan (entro l'anno accetto scommesse), Panama, la Groenlandia. In questo mondo tutto immateriale, la materia (territori, risorse, rotte di navigazione, eccetera) è tornata in primissimo piano, e non è un mondo per burocrazie europee, ormai alla disperata ricerca di un timoniere: avevano scelto Zelensky e questo, di per sé, vi dà un'idea della statura intellettuale di questo personale politico da mercatino delle pulci”.

E ancora: “Volodia, come lo chiama il Presidente Putin, per tenerlo al suo posto, ha dichiarato che lui, sua moglie e 'Vogue' non c'entrano (in effetti, si stava cambiando la maglietta). Gli USA, subito, a pochi minuti dall'accaduto, dichiarano che Volodia (anche loro lo chiamano così, per non perdere tempo) non c'entra. La inconsolabile vedova Navalnya era troppo distante dal luogo per poter essere, credibilmente, considerata in qualche modo responsabile”, una sua osservazione del 22 marzo 2024 in cui dà un dimostrazione del suo squisito senso di umanità e comprensione nei confronti di una donna il cui compagno è stato ucciso da un dittatore. 

A proposito di dittature: nel 2022, scriveva sempre su Fb che se oggi non marciamo tutti al passo dell'oca è anche "grazie alla tenacia e all'intelligenza di Stalin".

    

Lo Hyde secondo cui Putin ha il diritto di sterminare gli ucraini e magari anche Trump di prendersi con la forza la Groenlandia e Xi di occupare Taiwan, però, sulla tragedia palestinese ridiventa Jeckyll, e si indigna. Solo che anche lì Hyde cerca in maniera prepotente di risaltare fuori. Già lo scorso 14 luglio, ad esempio, una critica al governo israeliano che potrebbe essere anche condivisibile aveva assunto toni che sembravano evocare un antisemitismo da propaganda del secolo scorso: “La necrofilia al potere, lasciata libera di scatenare gli istinti più bassi, la disperata ricerca di una rivalsa sulla loro condizioni di vittime per definizione. Chissà se avremo mai un* palestinese senatore/senatrice a vita? Chissà se ci sarà mai una Norimberga per questi assassini spostati e assettati di sangue? Chissà se verrà distribuito un adeguato numero di pillole di cianuro? Chissà se riusciremo a mettere in piedi un'agenzia come la Wiesenthal e condannare ufficiali, sottoufficiali, graduati che si sono divertiti a tirare al palestinese, a violentare le donne gazawi, a ridurre un bambino di pochi giorni in un mucchietto di cenere ad una vita da incubo? Dovrebbe essere il compito di tutti quelli che hanno assistito a questo scempio, senza potere intervenire. E sciogliere 'Sinistra per Israele' e revocare il laticlavio alla senatrice Segre”. Il giorno prima: "Come avere dubbi sulla necessità di boicottare le università israeliane? Siamo in presenza di un vero sabba di sangue alimentato dalla necrofilia che scorre nelle vene dello stato di Israele fin dalla sua fondazione".

   

Qualche dubbio, forse, poteva restare. Ma adesso tutti si stanno accorgendo del personaggio, per avere chiaramente detto che lui no, non è che ce l'ha con il governo israeliano. Ce l'ha proprio con tutti gli ebrei, nessuno escluso. “Non voglio intromettermi in questioni che non mi riguardano direttamente ma, avendo a disposizione pochissimi strumenti per opporci all'Olocausto palestinese, un segnale, per quanto modesto, potrebbe consistere nel ritirare l'amicizia su FB ai vostri "amici" ebrei, anche a quelli "buoni", che si dichiarano disgustati da quello che sta facendo il governo di Israele e le IDF. Mentono e con la loro menzogna contribuiscono a coprire l'orrore: è una piccola, piccolissima cosa ma cominciamo a farli sentire soli, faccia a faccia con la mostruosità di cui sono complici”.

    

   

Il rettore, Massimo Midiri, ha preso una posizione molto dura. “Il Senato e il Cda del nostro Ateneo hanno approvato diverse mozioni sul conflitto in Palestina, condannando sia il brutale e insensato attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre, sia la successiva azione militare di Israele a Gaza. L'ateneo ha condannato e condanna con fermezza le atrocità commesse dal governo israeliano in Palestina, ribadendo la più decisa opposizione e la più aspra denuncia contro la prosecuzione di un conflitto che continua a ledere i diritti umani e a colpire programmaticamente un'intera popolazione. L'appello del professore Nivarra rappresenta un'iniziativa personale culturalmente pericolosa e lontana dai principi del nostro ateneo”. Al rettore è arrivata la telefonata del ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini. “Le dichiarazioni del professore Nivarra non offendono solo il popolo ebraico ma tutti coloro che si riconoscono nei valori del rispetto e della convivenza civile”. La ministra ha aggiunto che “le parole del rettore Midiri rappresentano una presa di distanza netta e doverosa da affermazioni inaccettabili, rendendo onore all'intera comunità accademica palermitana”. “I conflitti si superano con il dialogo, non con l'isolamento, ed è solo attraverso questa via che si può costruire un autentico percorso di pace, obiettivo al quale l'Italia e la comunità internazionale continuano a dedicare il proprio impegno”.

 

A questo punto, iniziano ad arrivare anche richieste di sospensione, assieme a una domanda. Ma se facesse l'esame a uno studente ebreo, il professore Nivarra lo boccerebbe in quanto tale?

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