La lettera

L'aria che tira in ateneo: “Tu qui non parli”. Ci scrive Parenzo

David Parenzo

Il conduttore di La 7 contestato oggi a La Sapienza di Roma dice: "Il problema non sono i ragazzi ma i cattivi maestri in stile Orsini&Basile che insegnano agli studenti l’odio anti Israele"

Al direttore - Rivolgo queste poche righe a quelle ragazze e ragazzi che questo oggi all’Università La Sapienza di Roma hanno fatto irruzione a un incontro organizzato dalle “Contemporanee” e dai ragazzi di “Azione universitaria”. Hanno urlato “Parenzo fascista”, “sionista di merda”, “qua non devi parlare”. Per fortuna nessuno si è fatto male, la polizia in borghese ha gestito tutto alla grande. Unici danni: convegno interrotto più volte, urla, grida… una porta rotta, un vetro spaccato e una grande occasione persa. 

 


Per me le contestazioni vanno sempre bene, difendo le manifestazioni e continuerò a farlo, basta non aggredire cose e persone e poi, dopo le urla, sedersi e discutere. Ho provato a spiegare a questi ragazzi che a Gaza non abbiamo visto mai nessuna voce di dissenso nei confronti di Hamas né prima né dopo il 7 ottobre. Ho provato a dire che le donne a Gaza non sono libere da anni, gli omosessuali vanno in galera e non c’è libertà. Oggi la priorità è fermare il conflitto, far tornare a casa gli ostaggi, garantire a Israele il diritto a una esistenza sicura e dare ai palestinesi uno stato democratico e non governato da fanatici terroristi. Questi ragazzi della Sapienza, imbevuti di ideologia e senza nessuna voglia di discutere, hanno perso una grande occasione. Ho provato a spiegare che in Israele ci sono ogni giorno manifestazioni contro il governo, la stessa cosa non accade a Gaza né è mai accaduta. Il problema vero non sono questi ragazzi bensì i “cattivi maestri” in stile Orsini&Basile che insegnano a questi giovani studenti che Benjamin Netanyahu sarebbe un nazista. L’equazione “Israele = stato nazista”, detta in alcune aule universitarie, genera mostri e infatti il 9 ottobre del 1982 portò alla morte di un bambino di 2 anni, Stefano Gaj Taché, ucciso da terroristi palestinesi mentre usciva dalla sinagoga di Roma con la sua famiglia. Abbracci, shalom e occhio a fare paragoni pericolosi, la storia ci insegna che poi finisce molto male.

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