Per un anno il portavoce Noury ha sostenuto che le forze armate ucraine hanno "violato il diritto internazionale" e "messo in pericolo i civili". Ma ora che Amnesty International si scusa e riconosce che le sue incolpazioni a Kyiv erano infondate, la filiale italiana fa finta di nulla
Ad agosto del 2022, dopo la pubblicazione del famigerato comunicato stampa di Amnesty International (AI) che accusava le forze ucraine di aver “messo in pericolo la popolazione civile”, il portavoce di Amnesty Italia Riccardo Noury diceva che l’esercito ucraino “per difendere la popolazione la trasformano in obiettivo militare”. E respingeva duramente le critiche del governo ucraino: “Il 29 luglio abbiamo inviato il rapporto al ministero della Difesa ucraino, ma non ci hanno mai risposto. I commenti sono arrivati dopo con giudizi inaccettabili”. Fino a poche settimane fa, Noury difendeva ancora a spada tratta quel comunicato che aveva prodotto uno scossone all’interno della stessa ong, con le dimissioni della capa di Amnesty Ukraine per protestare contro la “condanna di un esercito di difensori”.
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