Il rave di Modena è finito: la mediazione funziona, gli occupanti lasciano l'area

Il raduno abusivo sarebbe dovuto finire domani, ma dopo i contatti con le forze dell'ordine gli organizzatori hanno deciso di liberare la zona occupata. Differenze e analogie con i precedenti (quando al governo non c'era Meloni)

Redazione

È in corso da questa mattina lo sgombero volontario del Witchtek, il rave abusivo organizzato alle porte di Modena che ha avuto inizio la notte tra sabato e domenica. In teoria, sarebbe dovuto proseguire fino a domani, ma già dalle prime ore di oggi, grazie a una mediazione tra le forze dell'ordine e gli organizzatori dell'evento, i partecipanti (circa 3.500 persone) stanno liberando pacificamente l'area dopo averla ripulita. 

L'attenzione dell'opinione pubblica e dei media si è rivolta a quanto accadeva a Modena perché si tratta del primo rave illegale organizzato dall'insediamento del governo Meloni. Negli ultimi anni, casi di cronaca come i raduni abusivi avevano portato la destra, in particolare l'attuale premier e il leader della Lega Matteo Salvini, a chiedere il pugno duro nella gestione dell'ordine pubblico. E infatti una delle prime prese di posizione del neo ministro dell'Interno Matteo Piantedosi è che si dovesse interrompere lo svolgimento del rave e liberare l'area "al più presto possibile", come da mandato nei confronti del prefetto e della Questura di Modena.

Non solo. Nel Consiglio dei ministri convocato oggi un capitolo di interventi riguarda proprio l'aggiornamento delle normative che permettano alle forze di polizia di operare in maniera preventiva, avendo la possibilità di intercettare comunicazioni o sequestrare dispositivi e materiale in capo agli organizzatori dei raduni illegali. C'è inoltre la previsione di un aggravio che comporta una punibilità maggiore della sola "invasione e occupazione di proprietà privata", per cui sono previste a oggi pene molto lievi.

 

E' innegabile che una parte dell'intervento del governo sia dettata anche dalla necessità di dimostrare fermezza nei confronti di queste manifestazioni. "Sui rave party si cambia musica", ha detto il meloniano vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, mentre il vicepremier Matteo Salvini ha scritto su Facebook che "la pacchia è finita". 

Un anno fa, esattamente nel fine settimana del 30 ottobre-2 novembre, nella periferia di Torino venne organizzato un rave che chiamò a raccolta circa 6mila persone e che venne sgomberato dopo tre giorni. Meloni e Salvini attaccarono la gestione dell'allora ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, criticandola per la scarsa tempestività dell'intervento che rispetto all'episodio di oggi è durato un giorno in più. In quell'occasione però il capo del Viminale partecipava al G20.

Sempre lo scorso anno (a luglio) a Tavolaia, in provincia di Pisa, un rave abusivo cui presero parte circa 6mila persone fu sgomberato dopo tre giorni. Mentre la principale pietra dello scandalo fu il tecknival di Valentano, in provincia di Viterbo: 8mila persone ammassate in campi sottoposti a vincolo paesaggistico nella settimana di ferragosto, che rimasero lì per 6 giorni, causando disagi su tutto il territorio e vasta eco sulla stampa (anche internazionale). Lega e Fratelli d'Italia presentarono anche un'interrogazione nei confronti del capo del Viminale. Secondo l'iter giudiziario, l'unico responsabile era un cittadino albanese nullatenente che avrebbe dovuto versare risarcimenti per 300mila euro.

 

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