editoriali
Allarmi e allarmismo sul clima
Quello climatico è un problema serio. Ma i dati della European Environment Agency su 40 anni di disastri in Europa vanno letti con attenzione
L’allarme climatico è un problema serio e drammatico. L’allarmismo climatico è un problema differente, soprattutto se sui mezzi di informazione viene sorretto da dati ufficiali allarmanti, ma che andrebbero forse meglio inquadrati.
È degna di uno sguardo attento una tabella pubblicata ieri da Repubblica. I dati sono di European Environment Agency (Eea). Il periodo 1980-2020. In questi quattro decenni, i danni da eventi climatici estremi (alluvioni, frane, calore) sono costati all’Italia 90 miliardi, di cui 51 miliardi per fenomeni da acqua; i morti, in totale, 21 mila. Numeri drammatici, che sembrano confermare soprattutto una mancata cura del territorio, fenomeno molto italiano. Però i dati Eea informano che nel periodo la Francia ha speso per lo stesso motivo 98 miliardi e la Germania 108. Con un totale di morti di 27 mila e 42 mila.
L’impressione che l’Italia sia addirittura sotto media, o forse più attrezzata alle catastrofi, è legittima. Anche se, ovviamente, il punto non è il male comune. È certo vero che i danni, per i soli eventi da acqua, sono molto maggiori in Italia (51 miliardi contro 36 e 35), ma lo sguardo d’insieme sembra confermare che il problema degli eventi climatici non sia solo nostro e soprattutto, non sia collegabile solo al climate change. Ci sono dei dettagli da tenere d’occhio. L’Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale (Ispra) avverte che nel nostro paese le persone che vivono in zone a rischio idrico sono 8 milioni.
Francia e Germania hanno fiumi più grandi e possenti, alluvioni recenti testimoniano cosa possono provocare. Allo stesso tempo hanno un territorio meno montuoso, poco a che vedere con l’orografia italiana percorsa da brevi e ripidi fiumi e torrenti. Spiega infine l’Eea che, dei 20 mila morti in Italia, la maggior parte è stata vittima di fenomeni da caldo. Non essendo (ancora), il Sahel, ci riserviamo di verificare con quali criteri sia stato fatto il calcolo. La gestione del territorio è un problema di tutti i paesi, non solo imputabile ai cambiamenti del clima. Non confondere allarmi e allarmismo è necessario.
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