leoni dei balcani

Arrestata a Milano una islamista accusata di terrorismo. Le nuove rotte dei foreign fighters

Cristina Giudici

Il profilo di Bleona Tafallari è quello dell’ultima generazione di aspiranti martiri: giovanissimi radicalizzati che formano mini cellule familiari o di amici e seminano sulla rete il loro delirio jihadista. Duemila chat monitorate dagli investigatori

Non sono tornate, anzi non se ne erano mai andate. Le novelle spose dell’Isis che reclutano altre donne, che fanno proselitismo e organizzano “workshop” in rete continuano ad alimentare il processo di radicalizzazione che Milano conosce bene. L’ultima giovanissima aspirante jihadista di origini kosovare è stata arrestata mercoledì mattina dalla Digos di Milano in via Padova dove viveva con il fratello. Bleona Tafallari, nickname Al Muhajirah (la sposa pellegrina) ha 19 anni e si era radicalizzata a 16 anni. A gennaio aveva sposato in Germania Perparim Veliqi, 21enne islamista di origini kosovare vicino alla cerchia di Kujtim Fejzulai che, mentre il mondo intero cercava di salvarsi dalla pandemia, il 2 novembre del 2020 a Vienna ha ammazzato quattro persone. La giovane è accusata di terrorismo internazionale perché farebbe parte della neonata organizzazione Leoni dei Balcani affiliata all’Isis su cui si stava indagando dopo l’attentato di Vienna. Gestiva un network femminile ed era in contatto con il capo di una cellula dell’Isis in Kosovo.

    
Sul suo cellulare aveva accumulato migliaia di immagini e video, “alcuni dei quali creati dall’agenzia di comunicazione dello Stato islamico Al Hayat Medica Center”, si legge nell’ordinanza di custodia in carcere firmata dal gip Carlo Ottone De Marchi, richiesta dal capo della sezione distrettuale antiterrorismo della procura di Milano Alberto Nobili e dal sostituto procuratore Leonardo Lesti.

 

        

Il suo profilo è quello dell’ultima generazione di aspiranti martiri: giovanissimi radicalizzati che formano mini cellule familiari o di amici e seminano sulla rete il loro delirio jihadista. Bleona Tafallari non pare diversa dalle altre (poche) donne radicalizzate e arrestate in Italia, in maggioranza cresciute in Lombardia, diventate foreign fighter o indagate per aver cercato di insegnare la guerra santa a gruppi femminili.

 

Lo aveva già fatto Bushra Haik, siriana cresciuta a Bologna che dava lezioni a 300 donne dall’Arabia Saudita dove si era trasferita perché vivere in un paese non islamico è haram, è proibito, durante l’offensiva del Califfato. Anche lei organizzava “workshop” riservati alle donne per insegnare loro a memorizzare le sure del Corano e aveva in Italia 290 iscritte, il cui compito era cercare nuove adepte attraverso una mailing list di cui avevano fatto parte anche le sorelle Marianna e Maria Giulia Sergio, la prima foreign fighter partita da Inzago (Bergamo) e scomparsa in Siria nel 2014. L’ultima giovane radicalizzata prima di Bleona Tafallari di cui si è venuto a sapere, era la giovane moglie di Salim Youssoufi, un giovane di origine marocchina arrestato a Birmingham il 19 dicembre del 2019. Al telefono parlavano di serie Netflix, si interrogavano sull’inferno terreno e immaginavano modi fantasiosi per diventare martiri senza farsi troppo male. Bleona Tafallar aveva come obiettivo quello di reclutare ragazze kosovare anche minorenni e in chat scriveva a una sorella aspirante jihadista: “Al tuo matrimonio bisogna fare una festa con gli AK47. Bisogna festeggiare non lasciamo neppure un miscredente ovviamente Haahahha. Tutti a terra!!!! Si riempie di sangue”.

   

Il Covid ha fermato il mondo ma ha dato più ossigeno alla follia delle spose pellegrine finite nelle 2.000 chat monitorate dagli investigatori. Nel telefonino sequestrato alla 19enne, tra migliaia di immagini, è stata trovata anche la foto del giovane attentatore dell’Isis-Khorasan, che lo scorso 26 agosto si è fatto esplodere all’aeroporto di Kabul causando centinaia di morti tra i civili che cercavano di scappare dall’Afghanistan. Cambiano le generazioni ma il copione resta sempre uguale: fanatismo, delirio, dolori esistenziali, analfabetismo emotivo oltre che spirituale.
 

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