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Mantenere lo status quo

Ci mancavano solo i tassisti. Annunciano lo sciopero contro la (mezza) Concorrenza

Si attende la conferma Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero.

Redazione

Il 24 novembre 40 mila auto bianche potrebbero restare ferme in tutta Italia, prevista una manifestazione a Roma. La lobby dell'immobilismo scende in piazza in difesa di un privilegio (e di servizi troppo spesso scadenti)

Ci mancavano solo i tassisti, pronti allo sciopero nazionale. L'annuncio è arrivato ieri dopo una lunga riunione che ha coinvolto 23 sigle sindacali, con un tempismo singolare, proprio nel giorno in cui il Consiglio di stato mette fine all'anomalia Bolkestein e decide che la proroga delle concessioni balneari, voluta principalmente dalla Lega fino al 2033, sarà valida solo fino al 2023. Una pronuncia che certifica una volta ancora come l'Italia, in materia di concorrenza, abbia ancora parecchia strada da fare.

Ma il messaggio, a quanto pare non è arrivato agli autisti delle auto bianche. O forse, più semplicemente la categoria si riteneva intoccabile, al punto da minacciare l'agitazione e individuare il 24 novembre come data rossa. Uno sciopero che potrebbe interessare fino a 40.000 lavoratori, con una manifestazione contro il governo prevista a Roma. Si attende ora il parere della Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, chiamata a confermare, o meno, la legittimità della mobilitazione.

 

L'oggetto della discordia è l'articolo 8 del Ddl Concorenza, quello inerente alla “Delega in materia di trasporto pubblico non di linea”, nel quale si individua tra i vari principi volti a ispirare l'azione legislativa la “promozione della concorrenza, anche in sede di conferimento delle licenze, al fine di stimolare standard qualitativi più elevati”. I rappresentanti della categoria però ne chiedono lo stralcio, gridando al pericolo di una “liberalizzazione selvaggia”, un attentato alla loro libertà di impresa. Se non fosse che la situazione dei taxi in Italia non è proprio tra le più invidiate nel mondo, per qualità e costi del servizio.

Ma tant'è: “È un paradosso tutto italiano che siano state escluse dal ddl Concorrenza categorie come gli ambulanti che avrebbero dovuto essere incluse, mentre ci sono i taxi che, come le ambulanze, secondo la Bolkestein non dovevano essere inseriti. È un accanirsi contro la nostra categoria, è arrivato il momento di dire basta. Lo sciopero è solo la prima iniziativa, non ci fermeremo qui", ha dichiarato Walter Drovetto, vice segretario nazionale Ugl Taxi, riassumendo lo stato d'animo dei colleghi autisti.

 

Parole che lasciano intendere chiaramente che la battaglia è appena iniziata. Un po' meno chiaro è invece il senso di questa lotta: perché a guardare bene lo stato dell'arte, la mobilitazione dei tassisti pare una sorta di arroccamento a difesa del privilegio e dello status quo, prima ancora che una difesa dei lavoratori. Evidentemente non tutte le lobby si nascondono dietro i poteri forti, non è tutta colpa del mercato. E il ritorno della lobby dell'immobilismo ne è la dimostrazione.

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